San Giuliano Milanese, 11 marzo 2013 - Crescono le discariche abusive nel parco agricolo Sud Milano, ora i comitati di zona invocano l’intervento della Provincia. Non si ferma l’abbandono illecito di rifiuti nelle aree verdi della fascia del Lambro, sempre più spesso prese d’assalto da eco-vandali e inquinatori. Dopo gli appelli delle associazioni ambientaliste, l’invito a un maggiore controllo arriva dagli abitanti delle zone di confine: i loro quartieri sono quelli che pagano il prezzo più alto all’inciviltà. «Per contrastare il fenomeno servono azioni mirate - spiega Bernardo Torre, presidente del comitato di Civesio, a San Giuliano -. Polizia locale e polizia provinciale devono unire le forze per intensificare le verifiche e cercare di incastrare i furbetti».

Ormai l’abitudine dello “scarica e scappa” ha raggiunto dimensioni importanti, lo si nota a colpo d’occhio. A San Giuliano l’allerta rimane alta nelle strade di campagna che collegano il centro storico alle frazioni dislocate di Mezzano e Pedriano. Via Marignano, ad esempio, è costeggiata da rifiuti di ogni genere, da vecchi elettrodomestici a lamiere d’auto che fanno bella mostra accanto a cascine e agriturismi. Brutto spettacolo anche all’ingresso di Viboldone, dove un immondezzaio a cielo aperto segna la strada che porta verso l’antico borgo e l’abbazia. «Un danno d’immagine notevole, un pessimo biglietto da visita che si offre a chi è di passaggio», commenta Torre.

Non va meglio tra Carpiano e Locate Triulzi. Quando ci si lascia alle spalle la provinciale Binasca per imboccare la vecchia Valtidone, lo sguardo cade sugli pneumatici abbandonati a decine nella roggia che costeggia la strada. La mappa del degrado non risparmia San Donato: in via Grandi cumuli di macerie tradiscono il passaggio di qualche impresario edile poco propenso a smaltire i resti di cantiere secondo le regole. L’elenco delle criticità non finisce qui: si potrebbe continuare a lungo, passando in rassegna anche i Comuni della Paullese e della Rivoltana.

«È una questione di sicurezza, oltre che di decoro - incalzano gli attivisti dei comitati -. Tra i rifiuti potrebbero nascondersi sostanze pericolose, capaci di contaminare terreni e corsi d’acqua. Gli interventi spot non bastano più. Servono telecamere e sopralluoghi ad ampio raggio per cogliere sul fatto i colpevoli. Bene le campagne di sensibilizzazione, ma c’è chi capisce solo il linguaggio delle multe. Gli interventi di bonifica hanno dei costi che ricadono sulle comunità locali: i cittadini sono stanchi di pagare».
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