di Patrizia Tossi

San Donato Milanese, 20 aprile 2013 - L'opposizione fa un blitz in municipio per fare chiarezza sulla vicenda della Club House e dagli uffici spunta un documento rimasto segreto per quasi un anno. Si tratta di una determina dirigenziale che assegna in modo definitivo il locale sulle sponde del laghetto all’associazione Dream Lair. Il documento sarebbe stato firmato dagli uffici amministrativi il 23 maggio 2012, proprio nel giorno dell’insediamento di Checchi. Qualcuno però ha dimenticato quell’atto in un cassetto, visto che tutti i protagonisti di questa lunga storia sostengono di non esserne mai stati a conoscenza.

David Dall'Aglio, il fondatore dell’associazione giovanile, sostiene di non avere mai ricevuto alcuna comunicazione sull’assegnazione definitiva del locale. Il sindaco Andrea Checchi replica di aver scoperto quel documento solo pochi giorni fa e ha avviato un’indagine interna per capire cosa sia realmente accaduto. Una vicenda che rischia di trasformarsi nel Watergate sandonatese.

«Le carte inchiodano Checchi — afferma David Dall’Aglio — L’opposizione è andata in Comune con i legali e ha preteso di avere accesso agli atti. Solo a quel punto è saltata fuori la determina. Non c’è traccia di comunicazioni ufficiali e neppure dei tanto sventolati pareri legali che Checchi dice di avere richiesto». Nell’ultimo anno il sindaco ha incontrato l’associazione almeno quattro volte, ma di questo documento non si è mai fatta menzione.

«Il gioco è chiaro — incalza Dall’Aglio — Il sindaco ha cercato di sfiancarci, nella speranza di farci rinunciare al locale. Sono dieci mesi che gli chiedo l’assegnazione definitiva del locale per poter iniziare i lavori e ha sempre accampato l’esistenza di pareri legali che nessuno ha mai visto. Oggi scopro che questa assegnazione era stata fatta quasi un anno fa. Andremo fino in fondo, su questa storia voglia vederci chiaro». 

Il sindaco Checchi non sta a guardare: «Ho saputo anch’io di questo documento solo pochi giorni fa. La responsabilità è degli uffici amministrativi, io sono il legale rappresentante del Comune e non me ne lavo le mani, ma voglio fare chiarezza su una vicenda che è apparsa strana fin dall’inizio».

Nell’era Dompè, il Comune ha assegnato il locale con una procedura negoziata, poi in aprile gli uffici hanno firmato l’assegnazione provvisoria e, il 23 maggio, quella definitiva. «L’iter si è poi bloccato — spiega Checchi — Gli uffici non hanno mai pubblicato l’atto e stipulato il contratto definitivo. Non so come sia potuto accadere, ho avviato un’indagine interna per capire di chi possano essere le responsabilità e per verificare la conformità di quell’atto. Stiamo indagando».

patrizia.tossi@ilgiorno.net