Buccinasco (Milano), 22 ottobre 2013 - È stato scarcerato per decorrenza dei termini della custodia cautelare Domenico Barbaro, da tutti conosciuto come «Nico L’Australiano», per gli inqurenti presunto mafioso della ’ndrangheta. Originario di Platì, classe 1937, è considerato dalla procura di Milano uno dei boss della cosca Barbaro-Papalia, la ‘ndrina radicata al Nord e precisamente nei comuni del Sud Milano, con «base operativa» a Buccinasco.
Qui, il 76enne era stato arrestato nel 2008 nel corso dell’operazione Cerberus e detenuto a Torino dove, nel 2009, gli fu notificato anche il coinvolgimento nell’inchiesta Parco Sud. Ora, dopo cinque anni trascorsi in prigione, Barbaro torna a casa. Proprio a Buccinasco, dove sconterà l’obbligo di dimora. Una misura che lo costringerà a non allontanarsi e a non uscire di casa dalle 19 alle 7. Lo ha deciso la corte d’appello di Milano, accettando l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore, Gianpaolo Catanzariti dopo l’annullo con rinvio all’appello bis della sentenza Parco Sud.
«Dopo che la suprema corte ha accettato la nostra tesi della necessità di celebrare un nuovo processo – spiega l’avvocato - sono stati superati i termini per la custodia cautelare relativi al reato di associazione mafiosa. Per i reati satelliti, invece, il periodo di custodia cautelare, già scontato dall’imputato, supera di gran lunga la pena comminata a titolo di continuazione: tre anni, ulteriormente ridotti per il rito».
Termini ampiamente decorsi anche per la corte d’appello che, ieri, ha accolto l’istanza di scarcerazione. Intanto, il 23 ottobre inizierà il processo di appello bis del Parco Sud, l’operazione che, secondo gli inquirenti, ha provato i rapporti fra criminalità organizzata e strutture pubbliche, tramite imprenditori con fedina penale e facce pulite. La linea della difesa - confermata dalla Cassazione - aveva evidenziato come il reato associativo fosse lo stesso del processo Cerberus, un fatto in contrasto con il principio dello «ne bis in idem», che prevede che un imputato non possa essere giudicato due volte per lo stesso reato.
E proprio l’associazione mafiosa è il più grave addebito contestato dagli inquirenti al presunto clan smantellato nel corso dell’operazione Cerberus, l’inchiesta che è tornata a parlare di criminalità organizzata in Lombardia dopo parecchio tempo. L’ultima operazione, infatti, risale agli anni ‘90: la Nord–Sud. Nel 2008, con la Cerberus, la ‘ndrangheta - seppur evoluta e ora legata al settore dei movimenti terra, torna al centro delle cronache.
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