FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Accusati di tentata estorsione. Simulano debito da 1,3 milioni. Presi italiano e quattro romeni

Nel mirino della banda ora in carcere un imprenditore di 40 anni del settore autotrasporti. Ricostruito il piano ordito dal mandante con il complice, ingaggiati in tre per intimidire.

L’accusa è di tentata estorsione aggravata e continuata ai danni di un imprenditore bergamasco di 40 anni del settore autotrasporti. Ieri i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo con i colleghi della Compagnia hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per un italiano di 53 anni residente nella Bergamasca, ritenuto il mandante; il complice romeno, già detenuto per un altro reato; tre romeni ingaggiati per intimidire l’imprenditore, già arrestati in Slovenia per un furto in abitazione. Grazie alla cooperazione internazionale, il giudice ha emesso un mandato d’arresto europeo notificato nel carcere di Celje.

La vicenda nasce nell’aprile 2024, quando il cinquantatreenne chiede a un avvocato di contattare l’imprenditore per esigere un presunto debito di 1,3 milioni che il padre defunto avrebbe dovuto restituirgli. Debito, come verrà accertato dagli investigatori, del tutto inesistente: si profila un tentativo di estorsione. Il 6 novembre l’indagato, che ancora non ha ricevuto il denaro preteso, decide di abbandonare il comportamento formale e di passare alle maniere forti.

Quindi ingaggia i tre romeni con un preciso mandato: aggredire la vittima, intimidirla affinché regoli il presunto debito. Parte una vera e propria spedizione punitiva: l’imprenditore che viene assalito davanti a casa. I tre romeni si presentano con mazze che usano per colpito l’auto della vittima. Per mettergli più paura, speronano la vettura. L’imprenditore è terrorizzato, anche perché con lui nell’auto c’è anche il figlio piccolo, ma riesce a fuggire. Sotto shock va a denunciare i fatti alla Stazione dei carabinieri di Ponte San Pietro, convinto di aver subìto un tentativo di rapina. Il tentativo di estorsione prosegue: il 22 novembre la vittima riceve minacce anonime seguite da un Sms intimidatorio il 9 dicembre. Il 18 dicembre il mandante si presenta nell’azienda dell’ex compagno della sorella dell’imprenditore per reiterare le richieste. Le indagini coordinate dalla Procura di Bergamo hanno permesso di ricostruire l’intero piano. Durante le perquisizioni di gennaio i carabinieri hanno sequestrato i telefoni utilizzati per le minacce.

Francesco Donadoni