F.D.
Cronaca

Bergamo, soldi per strumenti scientifici finiti su altri conti: assolto Da Polenza

Lo scalatore a processo per un finanziamento Ue per la realizzazione di apparecchiature di monitoraggio climatico in alta quota

Lo scalatore e ricercatore di Bergamo Agostino Da Polenza

Bergamo -  Assolto perché il fatto non sussiste. L’imputato è uno che è abituato alle scalate delle vette. Parliamo di Agostino Da Polenza, assistito dall’avvocato Piero Magri, a processo per malversazioni ai danni dello Stato per 7 milioni di fondi ricevuti con il Comitato Ev K2 Cnr di cui era presidente (si parla del 2012-2013), per realizzare strumenti per il monitoraggio climatico in alta quota. In particolare, per 5 milioni messi su un conto fruttifero, secondo l’imputazione, per scopi "eterogenei" rispetto al piano.

Ieri la sentenza del collegio. Il pm Antonio Pansa (nella scorsa udienza c’era il collega Schininà) aveva chiesto una sanzione pecuniaria (il reato è prescritto). Rispondendo al giudice su che cosa fosse rimasto oggi di quel mega piano aveva declinato: "Trova i ruderi che c’erano prima, viene da piangere. Se n’è impossessata la malavita, i ladri hanno tirato via anche i fili della luce". Un salto temporale. Quartiere San Giovanni Teduccio di Napoli, nell’area ex Cirio dove si stava costruendo l’università Federico II. Il progetto di cui parla Da Polenza è concordato con il Cnr come partner, e consisteva nella costruzione di quella che l’imputato aveva chiamato fabbrica, la realizzazione di prototipi di strumenti per l’alta quota, l’avvio di corsi di formazione e di un piano per mettere sul mercato questi strumenti innovativi. Da Polenza dice che "erano già avanti 10 anni. Ho una stazione grande come metà di questa stanza, l’idea era realizzare strumenti che stessero in due valigioni".

L’idea piace, i fondi arrivano ma, a seguito di verifiche del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) su progetti finanziati dall’Ue messi a disposizione nel 2011, arrivano i guai. Al progetto di Da Polenza vengono fatte le pulci sui conti correnti. Il pm Schininà la volta scorsa ha insistito sul punto e su come, alla fine, siano stati utilizzati i 5 milioni. L’alpinista aveva così risposto: "I soldi arrivarono sul Banco di Desio e, avvertendo il Miur, li spostammo sul Creberg, per averli su una banca bergamasca solida. Aprimmo un sotto conto fruttifero, chiesi se fosse lecito e il Miur disse che era possibile, poi so che questo è il motivo per cui furono sospesi i contratti. Il progetto è stato realizzato, usando anche i 67 mila euro degli interessi maturati. Al Miur è stato rendicontato". Ma con le verifiche tutto si ferma, il Miur chiede la restituzione dei 7 milioni al Cnr (c’è una causa civile in Cassazione), il progetto cessa.