
Denis Urubko, Elisabeth Revol e Adam Bielecki durante il salvataggio
Bergamo, 3 febbraio 2018 - Mentre Denis Urubko portava a termine l’incredibile salvataggio dell’alpinista francese Elisabeth Revol sul Nanga Parbat, una schiera di amici bergamaschi che faceva il tifo per lui è rimasta per ore con il fiato sospeso. L’alpinista di origine russa che, in compagnia dei polacchi Adam Bielecki, Piotr Tomala e Jrosalw Botor, è riuscito nell’inimmaginabile soccorso di una donna in grandissima difficoltà a ottomila metri in pieno inverno, è infatti ormai bergamasco d’adozione. Ha inoltre stretto un forte legame con i membri del Cai locale e la comunità alpinistica che conta numerosi appassionati.
Scalatore estremo, specialista dell’alta quota e dei colossi himalaiani, ma anche giornalista, attore teatrale e musicista, Denis Urubko, 45 anni, non è quella superstar dell’alpinismo che qualcuno potrebbe immaginare con un curriculum che conta una serie di “prime” sulle pareti più alte e complesse del mondo, ma una persona dalla grande umiltà. E così capita che fra gli impegni al campo base del K2 (fa parte della spedizione polacca che tenta la prima salita invernale) e “l’impossibile” soccorso sul Nanga Parbat, trovi il tempo di “messaggiare” agli amici. «Sono felicissimo che fatto il aiuto per grande scalatrice francese», ha scritto al presidente dei Cai Bergamo Paolo Valoti, dal Pakistan, poco dopo essere sceso dal Nanga Parbat.
«Denis è socio del Cai di Bergamo dal 2004. Fu Simone Moro a metterlo in contatto con la sezione e da allora è nata una grande amicizia - spiega Paolo Valoti -. Vive ormai quasi stabilmente a Nembro e credo che abbia individuato qui una comunità vivace piena di appassionati oltre alle amicizie con alpinisti come Mario Curniz e Simone appunto. Immagino che si sia sentito accolto da una famiglia fatta di gente di montagna e una realtà associativa spontanea che l’ha fatto sentire a “casa”, lui che è un pendolare dell’alpinismo nel mondo». E visto che si tratta comunque di un professionista della montagna, Denis Urubko ha cercato nella Bergamasca anche un luogo adatto per i suoi intensi allenamenti individuando nell’area di Valcanale, il pizzo Arera, la zona ideale.
«È stato aiutato anche dal Comune di Ardesio per la creazione di una sorta di campo base che fa da riferimento a un gruppo di giovani alpinisti che lui a volte invita - continua Valoti -. C’è tanta gente che gli vuole bene qui. Denis, con le imprese incredibili che ha realizzato, stupisce sempre per modestia, semplicità e genuinità anche quando viene a scalare al Palamonti». Proprio prima che partisse per la spedizione invernale al K2, gli amici di Bergamo gli hanno riservato un caloroso “arrivederci”. Quello che è riuscito a fare insieme all’amico Adam Bielecki, in piena notte su un ottomila in inverno, portando in salvo un’alpinista in difficoltà, ha sbalordito tutti. «Sappiamo bene cosa voglia dire anche solo pensare di mettersi in gioco per un salvataggio del genere - spiega Valoti -. Non tutti prenderebbero una scelta del genere, con quei rischi. Il suo è stato un gesto istintivo. Quando tornerà gli faremo una festa».