Bergamo, 16 settembre 2021 - Dovrebbero rientrare oggi, o al massimo domani, le salme dei due alpinisti, Matteo Cornago, 25 anni, di Petosino, frazione di Sorisole, e Giovanni Allevi, 48 anni, veterinario, residente a Villa di Serio, morti mentre cercavano di raggiungere la parete nord-est del Pizzo Basile, in direzione della via Cassin, nel territorio svizzero. I loro corpi sono stati individuati in un crepaccio. Un volo tremendo di 350 metri dopo essere stati investiti da una scarica di sassi che li ha colpiti a metà parete. I famigliari di Matteo e Giovanni dopo la terribile notizia, sono partiti alla volta della Svizzera per il riconoscimento. Un passaggio delicato ma necessario. A questo punto il magistrato potrebbe rilasciare il nulla osta per il trasferimento delle salme. Un ritorno a casa per organizzare i funerali. In un primo momento era ventilata l’ipotesi di allestire la camera ardente unica al Palamonti, sede del Cai cittadino. Ma sembra che alla fine i famigliari di Matteo paiono orientati per svolgere la cerimonia a Sorisole. Mentre al Palamonti con tutta probabilità si terrà un ricordo di Giovanni Allevi.
Matteo Cornago, pochi esami per la laurea in Ingegneria meccanica all’università di Dalmine, lunedì avrebbe compiuto i 25 anni. Gli amici gli avevano mandato gli auguri su chat e avevano organizzato una festa per lui. Ora rimane solo il suo ricordo. Dal 2008 era istruttore Cai, mentre Giovanni Allevi dall’anno prima. Entrambi avevano partecipato ai corsi di scialpinismo della scuola Leone Pelliccioli, per poi diventare istruttori. Persone molto preparate. Matteo viveva con i genitori Edoardo, Simona, il fratello gemello e due sorelle. Amava la montagna. Una fotografia lo ritrae sorridente. A suo agio sulle vette innevate. L’immagine del suo profilo Facebook racconta della sua passione . "Matteo era un ragazzo d’oro – ha ricordato un amico- .Era molto legato al fratello gemello – Davide, a cui aveva recentemente fatto da testimone di nozze – e alle due sorelle minori. Era tranquillo, buono e sì, amava moltissimo la montagna. È difficile credere a quanto successo". Giovanni Allevi, veterinario 48enne di Villa di Serio e papà di due bimbi di 10 e 12 anni. Oltre a essere un alpinista esperto era anche uno dei migliori chirurghi ortopedici veterinari della Bergamasca. Aveva la clinica in via Ghislandi e qui lavora anche la moglie Eleonora. "Era estremamente generoso – racconta – sia come padre che come marito. Era amatissimo da tutti i suoi amici. Sapeva come farsi voler bene". Appena poteva, libero da impegni di lavoro, usciva di casa con lo zaino in spalla e salire sul sentiero in collina con il suo cane, un golden retrivier.
Matteo e Giovanni non avevano mai affrontato prima la parete nord del Pizzo Badile. Si erano presi due giorni di tempo nell’eventualità di dormire in parete, considerata la lunghezza del tracciato per arrivare in vetta dove non sono mai giunti. E domenica scorsa sul Pizzo Badile, ma sulla parete ovest in Valcamonica, aveva perso la vita un altro istruttore Cai, Luca Ducoli, 54 anni, di Darfo Boario Terme, sposato, padre di quattro figli. Era iscritto alla sezione di Lovere. Anche lui grande esperto, è precipitato dopo che si è staccata la porzione di roccia dove aveva piantato un chiodo. Un triste primato: da maggio a oggi sono otto le vittime in quota e sempre esperti di montagna, incidenti accaduti nella Bergamasca o che hanno coinvolto dei bergamaschi. Una estate drammatica. Francesco Donadoni