"Gli eventi messi in ordine vanno in una unica direzione. Rosanna Aber, 77 anni, non si è suicidata, né è stata vittima di un incidente domestico. È stata uccisa, defenestrata in un impeto di rabbia". Così il pm Guido Schininà davanti alla Corte d’assise (presidente Ingrascì, a latere la collega Nava) in un passo della sua arringa al processo che vede Krystyna Mykhalchuk (nella foto), 28 anni, colf ucraina, agli arresti domiciliari a Scanzorosciate, accusata di aver gettato l’anziana dalla finestra del quarto piano della palazzina di via Einstein, quartiere di Colognola: il 22 aprile 2022, in un lasso di tempo compreso tra le 13.25 e le 13.33, quando è arrivata la chiamata al numero unico di emergenza. La pensionata è caduta perché qualcuno l’ha gettata e per l’accusa non può essere stata che l’imputata che deve rispondere di omicidio volontario e furto aggravato.
Il sostituto ha chiesto per la colf 23 anni: 22 per l’omicidio e un anno per i tre prelievi con il bancomat della vittima (per un totale di 2.000 euro) che l’imputata, affetta da ludopatia, ha ammesso di aver fatto per comprare Gratta e vinci. L’imputata, la tesi del pm, temeva che una volta scoperti gli ammanchi in banca, la pensionata la denunciasse. "La denuncia avrebbe potuto compromettere il rinnovo del permesso di soggiorno, le cui pratiche erano in corso proprio in quel periodo". Ed è proprio per evitare che la signora Aber procedesse nelle sue intenzioni che, per l’accusa, Mykhalchuck avrebbe spinto dalla finestra la pensionata, che mai sarebbe riuscita da sola ad arrampicarsi sul davanzale, lei che era di bassa statura e negli ultimi giorni pure debilitata. La Aber aveva progettato un viaggio con la sorella, e quel giorno era passata proprio all’agenzia di viaggi. "Quando è tornata a casa – continua il pm – la signora non era serena, era scocciata per via di quei prelievi". L’imputata, secondo l’accusa ha fornito diverse versioni. Ai testimoni accorsi subito dopo la caduta della pensionata, lei prima raccontò di essere impegnata nelle pulizie in bagno, poi, che era nella stessa stanza e che aveva tentato di afferrare l’anziana senza riuscirci. L’avvocato Alessandro Zonca, legale di parte civile per i figli della vittima, ha ribadito "l’ipotesi dell’atto volontario", invocando un risarcimento provvisionale di 416.530 euro per ciascuno dei suoi assistiti.
Francesco Donadoni