Bergamo – "Perché mi tratti male"?. "Perché lo fai?". Frasi come queste compaiono nelle intercettazioni, che assieme ai video, alcune telefonate e alle denunce hanno portato al blitz dei carabinieri martedì mattina alla Rsa Bramante di Pontida, che ha come obiettivo dichiarato quello di offrire agli ospiti una dimensione di vita nel rispetto delle regole di sicurezza garantendo a tutti qualità, assistenza, benessere e protezione a 360°. Ma evidentemente nella organizzazione interna si era creata qualche falla.
A partite dai vertici, dalla responsabile di struttura, S.M. che infatti è tra i sei indagati. Oltre a lei anche la direttrice di area, W.M. (assistite dall’avvocato Fumagalli di Como), più quattro Oss che per lavoro si occupano proprio dell’assistenza diretta alle persone. E proprio una di loro è finita agli arresti domiciliari: si tratta di J.S. 34 anni, della Costa d’Avorio (assistita dall’avvocato Francesco Pierotti). Lei, come risulta dagli accertamenti, è quella che aveva un comportamento violento con gli anziani. Per tutte le altre posizioni è stata applicata la misura dell’interdizione per un anno da ruoli operativi. Il pm Magnolo aveva chiesto al gip (Gaudino) altre due misure ma sono state rigettate.
Tutte e sei, che devono rispondere dell’accusa di maltrattamenti, saranno sentite dal giudice delle indagini preliminari domani mattina in tribunale. A far emergere questa situazione di malessere all’interno nella Rsa sono state nell’ordine le segnalazioni fatte da due dipendenti della struttura ai vertici operativi prima di dimettersi, e le segnalazioni delle figlie di una anziana ospite. In particolare, una delle ex dipendenti sarebbe andata di sua iniziativa ai carabinieri per raccontare ciò che aveva visto e sentito quando lavorava alla Bramante di Pontida. Anche la cuoca avrebbe raccontato agli inquirenti quello che avveniva.
Siamo a marzo del 2023. L’attenzione degli investigatori (carabinieri della stazione di Cisano Bergamasco e i colleghi del Norm della Compagnia di Zogno) si sarebbe focalizzata su almeno quattro ospiti, persone fragili che venivamo maltrattati, insultati con parolacce, talvolta picchiati, strattonati con irruenza, cambiati in ritardo o lasciati in precarie situazioni igienico sanitarie. E non si esclude che qualche altro paziente per paura non abbia raccontato nulla ai famigliari.