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Ardesio e la centrale di Ludrigno: nata nel 1922 per alimentare il cotonificio, fornisce energia a 22mila famiglie

L’impianto fu voluto a inizio ‘900 da Giuseppe Frua per potenziare lo stabilimento di Ponte Nossa, è stato ristrutturato e automatizzato nel 2007

La centrale idroelettrica di Ludrigno, frazione di Ardesio

Ardesio (Bergamo) – I 15mila metri cubi d’acqua che hanno travolto Ardesio sono fuoriusciti dal canale di adduzione alla centrale idroelettrica Enel di Ludrigno che scorre lungo il versante che sovrasta il borgo Cacciamali.

Nata per il cotonificio 

L’impianto Enel Green Power della frazione di Ardesio è ospitato in un edificio realizzato nel 1922. La costruzione fu voluta e dall’industriale Giuseppe Frua, l’imprenditore milanese che fondò nel 1901 la storica fabbrica tessile di Legnano che portava il suo nome, per potenziare lo stabilimento tessile del Cotonificio Bergamasco di Ponte Nossa, 10 chilometri più a valle lungo il Serio. L’edificio originario sorge nella via che porta il nome dell’imprenditore.

Lo sdoppiamento

Inizialmente la struttura aveva solo un edificio sulla sponda orientale del fiume, che serviva appunto ad alimentare i telai della grande industria tessile, successivamente venne realizzato anche il secondo edificio sulla sponda occidentale per servire il paese di Ardesio.

Le soluzioni tecniche

La peculiarità tecnica della centrale sono le turbine, in grado di funzionare in condizioni idriche non omogenee, infatti i due salti d’acqua del Serio che le alimentano hanno potenze molto diverse tra loro.

La ristrutturazione del 2007

Il sistema permette ai quattro gruppi di turbine di sviluppare una potenza di 13mila chilowatt. Nel 2007 l’impianto è stato completamente rinnovato e automatizzato da Enel Green Power, garantendo la produzione di energia elettrica a zero emissioni.

Energia per 22mila famiglie

La media annua dell’impianto è pari a 54 milioni di chilowattora, sufficienti al fabbisogno energetico di circa 22mila famiglie e alla mancata emissione in atmosfera di 28.000 tonnellate di Co2 rispetto ad un’analoga produzione che utilizzi combustibili fossili.