Un luogo condiviso dove l’arte antica e quella moderna e contemporanea sono accostate. Da ieri e fino al 19 gennaio Bergamo apre il calendario 2025 delle fiere d’arte in Italia, con Baf- Bergamo Arte Fiera, dedicata all’arte moderna e contemporanea, e Ifa-Italian Fine art, focalizzata invece sull’arte antica e sull’alto antiquariato. I due appuntamenti, che inaugurano anche la nuova programmazione firmata Promoberg in Fiera Bergamo, hanno preso il via ieri, con le due manifestazioni visitabili in contemporanea fino a domenica prossima; poi, fino a domenica 19, i riflettori resteranno accesi solo su Ifa. Una scelta premiante, quella di unire arte antica e moderna, a giudicare dai numeri in crescita.
A questa edizione, la ventesima, partecipano 181 espositori, 84 per Baf e 97 per Ifa, con un aumento del 6,5% rispetto allo scorso anno. Ognuno con il proprio sguardo e attraverso centinaia di opere, presentano circa 600 anni di storia dell’arte, dal Quattrocento ad oggi. Una rapida lettura all’elenco degli espositori conferma la presenza di gallerie provenienti da tutto il Paese. Tra le opere esposte, spicca in un angolo della sezione dedicata a Baf un vecchio baule che esibisce la scritta "Questa valigia contiene il segreto per fare soldi con l’arte"; in uno spazio dedicato di Ifa, invece, due bozzetti per la grande pala della chiesa di Ranica spiccano nella reunion di una serie di opere di un grande artista dimenticato del nostro Ottocento, Francesco Coghetti. Due presenze che rappresentano le due anime della manifestazione bergamasca: una fiera che non può fare a meno di misurarsi con il mercato, ma che è tenace nel non recidere il rapporto con il territorio. "Una manifestazione a misura d’uomo, dove la dimensione contenuta consente di lavorare in termini di qualità e di offerta al visitatore di un percorso accogliente, in cui stare bene", sottolineano Luciano Patelli, Davide Lenarduzzi e Segio Radici, rispettivamente presidente e Ad di Promoberg e curatore degli eventi collaterali. M.A.