BUSTO ARSIZIO (Varese)
Un servizio di ascolto per i detenuti, che dall’altro capo del telefono potranno trovare volontari formati per ascoltarli. Dovrebbe partire a breve il progetto “Una voce amica in ascolto“ promosso dall’associazione Telefono Amico Odv – Centro di Busto Arsizio per la casa circondariale del territorio. "Ci sarà una linea dedicata – spiega la presidente di Telefono Amico Busto Arsizio, Maria Antonietta Ferrario – per offrire ai detenutI un’occasione di dialogo e di confronto con il mondo esterno, in forma sempre anonima e riservata. Molti di loro hanno espresso stupore nel sapere che ci sono volontari disponibili ad ascoltare proprio loro. Sapere che c’è chi si preoccupa per loro offre già un cambio di prospettiva che può sortire effetti positivi".
Il progetto è una sperimentazione, che si aggiunge al consueto servizio di ascolto di Telefono Amico. Quello dei rapporti con l’esterno a fini di rieducazione e reinserimento è uno dei temi caldi per il sistema carcerario soprattutto da quando, con la fine dell’emergenza Covid, per i detenuti è venuta meno la possibilità di effettuare una telefonata al giorno ai familiari. Da aprile, di fatto, si è tornati al passato, con una telefonata a settimana. È proprio dei giorni scorsi l’ultimo appello “Direttore, concedi una telefonata“ portato avanti da Ristretti Orizzonti, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e Sbarre di Zucchero, Coordinamento Sindacale Penitenziario, Osservatorio Carcere UCPI e Conferenza dei Garanti territoriali delle Persone private della libertà.
La richiesta è quella "di maggiori possibilità di contatto tra i detenuti e le loro famiglie, in un periodo dell’anno come l’estate che ciclicamente si svuota di attività trattamentali ma si riempie di atti di autolesionismo, suicidi, gravi criticità che mettono in pericolo l’incolumità di chi varca quotidianamente quelle porte e dei detenuti stessi".
Federica Pacella