
Villa Gromo a Mapello
Mapello, 13 agosto 2016 - Oltre 2mila euro al metro quadro. E’ il valore catastale che la perizia, ordinata dal tribunale di Bergamo, attribuisce a Villa Gromo, grandioso edificio di origine settecentesca che si trova a Mapello e per la precisione nella frazione di di Valtrighe. La perizia è stata disposta perché il prossimo 15 settembre questo autentico gioiello, uno dei massimi esempi dell’architettura residenziale lombarda del XVIII° secolo, andrà all’asta partendo da una base di oltre 15 milioni da «battersi» in un unico lotto perché, come si evince sempre dalla perizia (redatta dall’architetto Enrico Patì), «se il nucleo centrale del complesso è costituito indubbiamente dalla villa settecentesca, i terreni e i vari annessi che la circondano e la protraggono ne accrescono sicuramente il prestigio». Ignoti i dettagli che hanno portato il giudice Elena Gelato del tribunale di Bergamo a disporre l’esecuzione immobiliare ma dietro, da quanto si apprende dalla premessa della perizia catastale, c’è una storia di pignoramenti (una delle parti in causa, quella che nello specifico ha promosso il pignoramento, è difesa dall’avvocato Giuseppe Monardo con studio a Bergamo in via per Cernusco).
Dicevamo di un vero e proprio gioiello, probabilmente il più «luccicante» tra le tante ville che caratterizzano l’Isola bergamasca. Stiamo parlando di un complesso grandioso di oltre 45mila metri quadrati che nel XVIII secolo fu voluta dai conti Zanchi come residenza estiva ed è sempre stata di proprietà privata pur essendo da decenni vincolata come bene culturale (ogni modifica quindi deve essere autorizzata anche dalla Sopraintendenza). Edificata nella prima metà del Settecento, la Villa Gromo è circondata da alberi secolari e da una serie di cascinali e annessi agricoli in parte utilizzati a scopo residenziale. Nell’impianto a u, tipico delle ville settecentesche lombarde, le ali sono più basse del corpo centrale pur avendo lo stesso numero di piani. Ciò fa supporre una realizzazione in tempi diversi, con interventi che non seguono un progetto organico. L’interno presenta locali affrescati con figure simboliche, cariatidi, finte balaustre, scorci di colonne, prospettive aeree, sagome e cornici illusionistiche. Tutte raffigurazioni tipiche del gusto del XVIII secolo. Molte volte, compresa quella del salone principale, sono affrescate.
Le opere sarebbero riconducibili al pittore Carlo Carlone della cosiddetta «stirpe dei comaschi». Spesso è stata utilizzata come location per matrimoni e cerimonie. Il 15 settembre l’asta si svolgerà presso la sede dell’Associazione Notarile Bergamo in via Garibaldi. Il rialzo minimo dovrà essere di 10mila euro. Le offerte dovranno pervenire in busta chiusa alla sede dell’associazione notarile e saranno irrevocabili. Villa Gromo è solo l’ultimo dei grandi complessi residenziali storici, di proprietà privata, andati all’asta negli ultimi anni e spesso e volentieri rimasti invenduti a causa dell’altissimo valore e dell’impossibilità di acquistare singoli lotti.