FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Auto fantasma, due in carcere

"Rampolli" della famiglia Horvat di Trescore al vertice di una lucrosa truffa su mezzi di lusso

Lo scatto di uno degli Horvat

Bergamo, 28 maggio 2021 - Aveva le fattezze di una concessionaria vera, a cui era stato dato il nome di “Guido l’auto“. Ma in realtà, come hanno scoperto i carabinieri della Compagnia di Bergamo e Zogno, con i colleghi di Varese, era una messinscena per attuare un sistema di truffe. Lo dimostra il fatto che la concessionaria, aperta a Sorisole il 3 dicembre 2019 e stata chiusa il 7 dicembre successivo, dopo aver gabbato i clienti (dodici le truffe compiute). Il tutto per un profitto di 185mila euro. Avveniva così: tramite alcuni siti erano pubblicizzate le vetture da vendere, con l’indicazione del prezzo molto conveniente. E la visione dell’auto (che poi veniva fatta sparire) avveniva al salone di Sorisole.

Al cliente veniva chiesta una caparra, solitamente pagata in contanti, e la richiesta di pagamento anticipato del saldo mediante un bonifico su conto corrente intestato all’autosalone. Che era intestato a tal Guido Campos, residente a Mornico al Serio, uno degli indagati finiti in carcere. Con lui anche due fratelli, Principe e Fardi Horvat, di 29 e 31 anni, residenti a Trescore Balneario. Due vecchie conoscenze, per la sparatoria avvenuta a Trescore Balneario, in una faida tra le famiglie rom dei Nicolini e proprio degli Horvat: agosto 2017.

C’è una foto, scattata in pieno Covid - come pubblicità, fatta da uno dei fratelli Horvat, agli arresti domiciliari proprio per la sparatoria di Trescore Balneario in cui ha scritto: "Resto a casa", mostrando una Lamborghini. Tre in carcere, e cinque ai domiciliari, residenti a Madone, Fagnano Olona (Varese) e Busto Arsizio (Varese). I reati contestati dal pm Emanuele Marchisio vanno dalla associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa, insolvenza fraudolenta, ricettazione, trasferimento fraudolento di valori ed estorsione, specificatamente nella compravendita di veicoli mediante la costituzione di “concessionari fantasma“.

I carabinieri hanno anche sequestrato mezzi di lusso, immobili nel frattempo intestati a prestanome e conti correnti bancari per oltre due milioni di euro. Il 24 marzo i carabinieri già avevano dato esecuzione complessivamente ad otto ordinanze cautelari emesse dal tribunale di Bergamo. Ma i due fratelli Horvat erano riusciti a farla franca scappando in Porsche, poi recuperata a Milano. Ma settimana scorsa Principe e Fardi, assistiti dall’avvocato Alberti, hanno concordato la resa. Ora sono in carcere. Il 16 giugno saranno interrogati dal sostituto.