
Il servizio Z301 da Bergamo a Milano funzionava bene, persino meglio del treno: ora i pendolari prevedono 30 minuti in più per arrivare al lavoro
Bergamo, 19 marzo 2015 - La "riorganizzazione" delle linee partirà il 6 aprile ma i pendolari della Z301 Milano-Bergamo sono già sul piede di guerra: in questi giorni stanno raccogliendo le firme per cercare di bloccare in extremis i cambiamenti - «tagli assurdi», assicurano loro - decisi dalla Città metropolitana e dall’azienda di trasporto Net che, di fatto, li lasciano a piedi e li costringono a trovare altre soluzioni di viaggio. «Faremo tutto il possibile, ci stiamo mobilitando tra i dipendenti delle aziende più penalizzati» dice Antonella De Duro, in rappresentanza dei lavoratori Bayer. Il problema è la soppressione delle corse che raggiungono piazzale Lampugnano e la fermata Cairoli, nel cuore di Milano: «Il capolinea diventa Sesto San Giovanni - aggiunge De Duro - ma per chi deve raggiungere corso Sempione significa dover prendere altri mezzi, metropolitane e bus o tram». Aumentano i costi e, soprattutto, lievita la durata del viaggio da casa al lavoro anche di mezz’ora e più. E dire che la linea Z301 era, per i bergamaschi, una preziosa eccezione nel panorama dei trasporti utilizzati dai pendolari, spesso carenti sotto tutti i punti di vista, dei ritardi e del confort. Tanto da preferirla al treno, il Bergamo-Milano via Carnate. «È un servizio che funziona, perché penalizzarlo?» hanno chiesto invano.
«La riorganizzazione si è resa necessaria a causa della riduzione del 3% delle risorse da parte di Stato e Regione per i servizi sul trasporto pubblico locale - ha spiegato Arianna Censi, consigliera delegata al Trasporto pubblico e mobilità della Città metropolitana, che la settimana scorsa ha illustrato le novità a Comuni e aziende interessate dalle modifiche all’autolinea Z301 -. La razionalizzazione dei percorsi ha permesso di diminuire i chilometri di percorrenza: si sono potenziate le corse verso le linee di interscambio, in particolar modo verso la metropolitana MM1/Fs di Sesto San Giovanni». Il progetto, sperimentale, prevede un aumento delle corse verso Sesto: una ogni 10 minuti invece degli attuali 25. Ma, contestualmente, la cancellazione delle corse verso la fermata di Cairoli. Ne saranno salvate solamente 6 tra andata e ritorno verso Lampugnano (3 al mattino e 3 al pomeriggio) per garantire chi dovrà raggiungere l’asse Certosa-Sempione. Troppo poche, per i pendolari bergamaschi: le corse «salvate» non tengono conto di chi lavora part-time o fa i turni. «Avevamo avuto un incontro precedentemente, ci aveva fatto ben sperare che le decisioni sarebbero state prese tenendo conto dell’enorme disagio che sarebbe ricaduto sui pendolari - rimarca De Duro -. E invece no, ma noi non ci rassegniamo: ci sono tanti lavoratori coinvolti di grandi aziende, se non otteniamo nulla valuteremo altri passi». Tra le ipotesi: il blocco dei bus. Alla presentazione del piano di razionalizzazione erano presenti anche i mobility manager di Bayer, Rai, Carta Sì e St Agrate. Tra i lavoratori sta girando di mano in mano la petizione: le firme raccolte saranno consegnate domani.