F.D.
Cronaca

Sharon Verzeni, l’autopsia: aggressione rapidissima, non ha avuto tempo di gridare aiuto

Prime indiscrezioni riguardanti l’esame sul cadavere della donna uccisa a Terno d’Isola il 30 luglio scorso: sarebbe stata colpita con un coltello da cucina, impossibile sapere se i fendenti l’hanno raggiunta prima davanti o se è stata sorpresa alle spalle

Fiori e lumini sul luogo dove è stato trovato il cadavere di Sharon Verzeni (nel riquadro)

Fiori e lumini sul luogo dove è stato trovato il cadavere di Sharon Verzeni (nel riquadro)

Terno d’Isola, 21 agosto 2024 – Un blitz rapidissimo. Colpi portati con foga, probabilmente con un coltello da cucina. Tanto veloci che potrebbero anche non aver lasciato alcuna traccia utile a isolare un Dna che possa aiutare gli inquirenti, almeno sul fronte delle indagini scientifiche. Sono, queste, le prime indiscrezioni riguardanti l’autopsia sul cadavere di Sharon Verzeni, la barista di 33 anni uccisa a coltellate in strada la notte del 30 luglio.

I fronti aperti

L’esame non avrebbe chiarito tutti i dubbi sulla dinamica dell’aggressione. Per esempio il primo fendente a Sharon è stato inferto sullo sterno, oppure è stata accoltellata alle spalle tre volte e poi davanti?

L’autopsia non sarebbe stata in grado di fornire una indicazione di massima. Quindi non si può stabilire con certezza se mentre camminava lungo via Castegnate, a Terno d’Isola, Sharon abbia incontrato il suo assassino, vis a vis, davanti a lei. Assassino che all’improvviso ha estratto il coltello e l’ha colpita. Ma non si può escludere che la stesse seguendo alle spalle.

La raffica di colpi

Di certo l’aggressione è stata veloce, rapidissima, fulminea: la sequenza dei colpi e poi via. Sharon non ha avuto il tempo di gridare aiuto. L’arma del delitto, un coltello con lama appuntita, uno di quelli che si utilizzano in cucina. Oppure un pugnale. Le ecchimosi trovate sulle braccia, piccole lesioni, sono più compatibili con la presa da parte del personale sanitario, giunto sul posto per soccorrere la barista, a terra sanguinante, piuttosto che da difesa.

Sotto le sue unghie non è stato rilevato nulla di interessate perché erano corte. Una traccia di Dna del killer? Proprio per via della rapidità con cui sono stati inferte le coltellate, non è così scontato che l’assassino, nonostante la vicinanza con la vittima, possa aver lasciato tracce sugli abiti che indossava Sharon. Vestiti che sono stati spediti al Ris di Parma alla ricerca di un profilo utile alle indagini.

Naturalmente sono stati eseguiti anche i prelievi. In attesa dei risultati dei Ris, gli investigatori vanno avanti con la visione delle immagini delle telecamere, i tamponi (hanno raccolto il Dna a una quarantina di residenti di Terno d’Isola da raffrontare con eventuali tracce biologiche su vestiti della 33enne).

Gli interrogatori

Gli accertamenti continuano, anche attraverso un giro sempre più serrato di interrogatori. Al momento gli investigatori si stanno concentrando sulla cerchia dei familiari. Questa mattina, mercoledì 21 agosto, è stata convocata in caserma Maria Rosa Sabadini, la madre di Sergio Ruocco, il compagno di Sharon. Ieri sono stati ascoltati per sette ore e mezza i genitori di Sharon, Bruno Verzeni e Maria Teresa Previtali: a loro sarebbero state fatte domande sul rapporto fra Sergio e la figlia, così come sull’avvicinamento della ragazza a Scientology.