Milano – È morto a 75 anni l’avvocato Francesco Borasi, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti per l'ambiente e uno dei "padri dell'ambientalismo giuridico" italiano. Nato a Bergamo nel 1948 dopo gli studi classici all'Istituto Zaccaria di Milano e la laurea in giurisprudenza alla Statale, fin da subito si è occupato di questioni legate all'ambiente, comprese le cause per malattie professionali, seguendo i principali processi che hanno segnato la storia d'Italia.
L’impegno per l’ambiente
Tra questi quello sull' Icmesa con al centro il "disastro del Seveso", in cui ha assistito numerose parti civili. Ha partecipato alla fondazione di Legambiente, in particolare dei centri di Azione Giuridica, e l'ha rappresentata in parecchie cause. Era anche esperto in diritto alla comunicazione, tant'è che ha assistito molti magistrati del pool Mani Pulite.
La tragedia dell’aereo sul Pirellone e la medaglia d’oro
Francesco Borasi, aveva saputo coniugare la passione per la montagna con quella per la bicicletta, e come lo ricordano gli amici, è stato "un uomo generoso e appassionato", di grande "rettitudine" e un "combattente". E' stato insignito della medaglia d'oro da Regione Lombarda per aver salvato alcune persone che si trovavano con lui ad una riunione al Pirellone, il giorno in nel 2002 si schiantò un aereo da turismo contro l'edificio al 26esimo piano.
Al fianco delle donne malate di cancro
Nell'incidente oltre al pilota morirono due avvocatesse, Alessandra Santonocito e Annamaria Rapetti, e i feriti furono una settantina, tra cui anche Borasi. Infine si era messo a disposizione delle donne malate di tumore presiedendo, fin dalla sua fondazione, Go5 - per mano con le donne, un'associazione di volontariato che ha lo scopo di aiutare le pazienti oncologiche.