REDAZIONE BERGAMO

Bancarotta fraudolenta. Quattro imprenditori finiscono in manette

Avevano ottenuto finanziamenti in piena emergenza pandemica

Bancarotta fraudolenta. Quattro imprenditori finiscono in manette

Sono otto le persone, accusate di associazione per delinquere, bancarotta e malversazione

L’indagine ha preso il via nel dicembre del 2023 dalla relazione del curatore nell’ambito del fallimento della società Intersel, srl, dichiarata fallita dal tribunale di Bergamo il 23 luglio del 2022. Società, come è emerso dagli accertamenti, il referente era tal M.R. 50 anni, di Milano, residenza a Comazzo (Lo), diventato irreperibile, dovrebbe trovarsi in Brasile grazie all’appoggio di uno degli altri indagati. Infatti, oltre al 50enne, una sorta di rappresentante legale, ci sono altre tre persone coinvolte nell’operazione del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo che ieri mattina hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Bergamo, con misure nei confronti di otto persone, accusate di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e malversazione ai danni dello Stato. Quattro degli indagati sono stati arrestati. Oltre M.R, ci sono F.C. 48anni, di Cantù (ha pure un indirizzo a Sofia, in Bulgaria); M.P. 72 anni, di Urgnano (con l’avvocato Biancato), P.P. 41 anni, di Romano di Lombardia (difesa dagli avvocati Gueli e Valtulini), rispettivamente padre, il primo, e figlia la seconda. L’inchiesta ha rivelato un’importante bancarotta fraudolenta, realizzata tramite operazioni dolose da parte di una società operante nella Bassa pianura bergamasca, a Treviglio. Gli ideatori sarebbero F.C e M.P.. Erano loro che garantivano la gestione tecnica, amministrativa e contabile. Secondo gli investigatori, tra il 2020 e il 2022, la società attorno a cui ruota l’inchiesta, prima che venisse dichiarata fallita, aveva ottenuto finanziamenti garantiti dallo Stato per oltre 4 milioni di destinati alle piccole e medie imprese che invece di essere utilizzati per l’attività economica sono stati trasferiti su conti correnti bulgari e spesi in Italia tramite carte di credito emesse da istituti bancari bulgari. Inoltre, prima del fallimento, la società aveva acquistato un capannone a un prezzo gonfiato. Gli indagati attraverso la Intersel srl sono riusciti a incassare circa cinque milioni di euro dal sistema di credito ufficiale mediante l’ottenimento.

Francesco Donadoni