
Una delle recenti esplosione degli sportelli automatici
BERGAMO – Un’indagine complessa, che sta impegnando i carabinieri e la Procura da diversi mesi. L’obiettivo è quello di dare un’identità ai malviventi che da tempo stanno imperversando nella Bergamasca, facendo saltare nelle ore notturne i bancomat sparsi sul territorio. Sedici colpi dall’inizio dell’anno; sei a gennaio, tre a febbraio, tre a marzo e quattro ad aprile. Su 16 assalti, soltanto due sono falliti per l’attivazione dell’antifurto della banca, a Suisio e Urgnano, lo scorso gennaio. Colpi piuttosto rumorosi e che, nel cuore della notte, scuotono i centri abitati dove vengono messi a segno.
I vari procedimenti sono stati raccolti in un’unica indagine. Il riserbo è massimo, ma alcuni elementi sono evidenti. In azione entrano sempre tre o quattro banditi, tutti con il volto travisato dal passamontagna e la banda si muove sempre con un’auto e, forse, un’altra che resta a distanza con un altro componente del sodalizio criminale che fa da palo. E tra i ladri che entrano in azione c’è qualcuno che maneggia degli esplosivi e sa bene cosa fare. Un esperto. Il quantitativo di gas immesso nel bancomat è calcolato in maniera quasi scientifica, in modo da non danneggiare le banconote da arraffare.
E veniamo agli orari: tutti i colpi sono stati messi a segno tra le 3,30 e le 5. In piena notte, quando in giro non c’è praticamente nessuno, ma il rischio di incappare nelle forze dell’ordine è più elevato. Dopo il secondo raid a Martinengo, la banda in fuga era stata intercettata dai carabinieri, ma i malviventi erano poi riusciti a far perdere le loro tracce. Al vaglio degli inquirenti ci sono le telecamere, perché ogni singolo fotogramma può rivelarsi utile a chi indaga per ricostruire fisionomie, comportamenti, fattezze.
Ciascun elemento può far capire se si è di fronte ad un’unica banda, come è abbastanza verosimile, oppure di più gruppi. O, ancora, di un’unica organizzazione, che manda in giro poi i propri componenti, pianificando per bene risorse e obiettivi. A guardare i territori presi di mira nella Bergamasca, si nota che la banda dei bancomat predilige il territorio dell’Isola, dove sono stati messi a segno sei colpi su sedici.