BERGAMO – Sono l’immagine simbolo della prima, drammatica, ondata di Covid che nel marzo del 2020 colpì Bergamo e la sua provincia, provocando migliaia di morti: il 18 marzo partirono dal cimitero del capoluogo orobico otto mezzi dell’Esercito con a bordo 73 bare destinate ai forni crematori di altre località italiane. Un’immagine che aveva fatto il giro del mondo e che ora torna d’attualità dopo che il Comune di Bergamo ha annunciato di aver querelato Antonio Porto, segretario generale nazionale dell’organizzazione sindacale Autonoma polizia per falsa testimonianza resa davanti alla Commissione Parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19.
La denuncia, deliberata dalla Giunta comunale e inviata alla Procura del tribunale ordinario di Roma, si riferisce alle dichiarazioni rilasciate da Porto il 19 novembre 2024, quando il segretario avrebbe falsamente affermato che durante l’emergenza sanitaria del marzo 2020 i camion militari che trasportavano le bare da Bergamo avrebbero avuto a bordo solo una bara per mezzo.
L’assessore Giacomo Angeloni, delegato della giunta del Comune di Bergamo, contesta questa versione dei fatti, fornendo prove documentali e fotografiche che dimostrano il trasporto di un numero significativamente maggiore di bare per camion. Queste prove includono decreti di autorizzazione al trasporto, documentazione fotografica e testimonianze di altri funzionari comunali presenti.
“Le dichiarazioni rese da Antonio Porto – si legge in un passaggio della denuncia – si appalesano false e mendaci”. “Questa vicenda – sottolinea Angeloni – riporta alla luce il dolore di Bergamo in quei drammatici giorni, e non rispetta la dignità delle vittime oltre che l’operato delle istituzioni. Ero presente personalmente quella sera del 18 marzo 2020 come in tutte le altre occasioni di trasferimento di defunti dal cimitero ad altri forni crematori. In ogni occasione in cui è stata negata la verità, il Comune di Bergamo ha scelto di rivolgersi alla magistratura”.
“Ringraziamo il Comune di Bergamo che, con la querela nei confronti di Antonio Porto, intende difendere la verità e la memoria dei nostri cari”, è invece il commento del direttivo dei familiari delle vittime del Covid19 dell’associazione #Sereniesempreuniti.