Bergamo – Ci sono situazioni in cui, anche nello sport, la volgarità supera la violenza (fisica). Anzi è anche lei violenza (mascherata da pavide giustificazioni) soprattutto quando la vittima è una donna. Perché sarebbe troppo semplice derubricare sotto la voce episodi di sessismo allusioni gravissime, come quelle di pochi giorni fa su un campo di calcio di Villachiara, in provincia di Brescia, durante una partita del campionato juniores under 18.
Il match era Villaclarense-Academy Montorfano Rovato, vinto dagli ospiti 4-1. Ma dal comunicato del giudice sportivo viene fuori una storiaccia che poco ha a che fare con lo sport. Non le solite risse o aggressioni fisiche in campo e sugli spalti, ma anche peggio “Al 41’ del primo tempo - si legge - un calciatore della società di casa riceveva una pallonata nelle parti intime finendo a terra. La giovane signora arbitro interrompeva il gioco chiedendo allo stesso “se avesse bisogno di assistenza” e poi invitava il mister Passinetti a intervenire. "Direttore, ci pensi lei", la replica dell’allenatore che suscitava ilarità fra i presenti. A quel punto interveniva il capitano dei padroni di casa L.T. che pure si rivolgeva alla signora arbitro dicendo: "Direttore ci pensi lei". Non solo, il capitano dialogando col suo compagno di squadra gli diceva: "Vuoi due massaggi dal direttore? Dai, fatti fare due massaggi a..(omissis)".
Il comunicato sottolinea che la signora arbitro, scioccata per quanto accaduto, non provvedeva all’espulsione di tecnico e giocatore. In compenso, letto il referto del direttore di gara, ci ha pensato il giudice sportivo ad usare il pugno di ferro: 3 mesi di squalifica all’allenatore (fino al 22.01.2025) e 4 (fino al 28.02.2025) per il capitano per aver usato “espressioni contrarie ai principi di lealtà e correttezza (art.4) ma contrari ad ogni civile comportamento. Omologato invece il risultato del campo.