
Gianfranco Gafforelli (Sindaco di Romano di Lombardia)
Romano di Lombardia (Bergamo) – La polemica iniziata nei giorni scorsi su Bella Ciao a Romano di Lombardia non poteva che avere strascichi oggi 25 aprile, durante le celebrazioni della Liberazione. Il sindaco Gianfranco Gafforelli, che ha vietato l'esecuzione di quattro inni, tra cui il canto partigiano noto in tutto il mondo, ribadisce la sua posizione: "Io 'Bella ciao' l'ho cantata in diverse occasioni. Sono dispiaciuto di questa polemica, che considero strumentale: la decisione di non cantare, non solo 'Bella ciao' ma anche le altre canzoni, è stata condivisa in una riunione con tutti i capigruppo e con le associazioni coinvolte nell'organizzazione del 25 aprile per dare seguito alle disposizioni, forse superficiali, del governo".

"Mi dispiace perché si svilisce una festa importante come il 25 aprile", aggiunge il primo cittadino, a cui un manifestante, subito identificato, ha dato del "fascista". "Papa Francesco è stato il mio Papa, sono cristiano e cattolico. Purtroppo oggi si affaticano tutti sul suo feretro a fare i sepolcri imbiancati - dice il manifestante - La verità è che hanno cercato di spegnere il 25 aprile, ma oggi il Papa è con noi. E 'Bella ciao' è il canto di Pietro Calamandrei, che dice ora e sempre resistenza, e dei padri della nostra Costituzione". 'Bella ciao', aggiunge Walter Torioni, presidente ANPI di Romano di Lombardia, "è un canto d'amore. La Resistenza è un patrimonio del Paese, non di una fazione".
Alla fine, nonostante il divieto promulgato per rispettare le indicazioni sul lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, il corteo canta “Bella Ciao”. "Ho faticato a trovare le disposizioni del governo e quelle prefettizie – commenta Walter Torioni, presidente Anpi di Romano di Lombardia - e comunque non ho letto da nessuna parte che si dovesse silenziare 'Bella ciao', che è un canto d'amore, ma probabilmente non è ancora recepito come tale".