MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Bimbi ucraini a rischio rimpatrio: la Valle Imagna si mobilita

Ha superato quota 12mila firme in circa 48 ore la petizione delle famiglie affidatarie. “Hanno inziato la scuola qui, siamo molto preoccupati per il loro futuro. Là c’è la guerra”

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Rota Imagna, 3 luglio 2024 – L’obiettivo è di scongiurare il rimpatrio dei bambini ucraini, previsto entro la fine dell’estate, con garanzie approssimative riguardo le future strutture che li dovrebbero ospitare e l’incertezza del mantenimento dei contatti con fratelli e sorelle. Ha superato quota 12mila firme in circa 48 ore la petizione online lanciata su Change.org dalle famiglie affidatarie di alcuni bambini ucraini scappati dall’orfanotrofio di Berdyansk in Ucraina nel marzo del 2022 e che in questi anni hanno trovato ospitalità nella Bergamasca, a Rota Imagna, Bedulita e Pontida.

“A settembre 2022 i bambini hanno iniziato a frequentare le scuole del nostro territorio e a dicembre è partito un progetto di accoglienza nelle famiglie disponibili ad accogliere i ragazzi nelle loro case", scrivono i promotori della raccolta firme. "Siamo molto preoccupati per il loro futuro - sottolinea Michela Noris, che pubblicando la petizione si è fatta portavoce di tutte le famiglie affidatarie -. La guerra in Ucraina non è finita, il trasferimento dei ragazzi in questo momento di totale insicurezza è davvero necessario? Possibile che non ci sia una soluzione alternativa? Fermo restando che nessuno di noi vuole sostituirsi agli organi competenti o proporre soluzioni insostenibili”.

"Siamo tutti pienamente consapevoli del fatto che la questione logistica esiste e va affrontata con o dovuti modi, ma ci rivolgiamo a chi può fare qualcosa di concreto per loro". Ma quali sarebbero le possibili soluzioni? “Perché non incentivare uno svuotamento dal di dentro di questa esperienza - scrivono i promotori, come già sta avvenendo? Diversi bambini e ragazzi sono stati trasferiti negli Usa o sono rientrati in Ucraina attraverso progetti di affido temporaneo o di adozione internazionale, con famiglie ucraine. Non sarebbe più utile consentire a questa esperienza di continuare per i prossimi 12-24 mesi, allo scopo di trovare una soluzione familiare o altro, per ognuno di questi bambini e ragazzi, in Ucraina o anche fuori dall’Ucraina, mantenendo sempre la predilezione per famiglie ucraine, se questa è la volontà del governo nazionale?". "Per noi famiglie - concludono i promotori - la loro partenza rappresenta un colpo di spugna dopo due anni e mezzo di sforzi da parte dell’intera comunità".