In un comune della Bassa Bergamasca c’è un capannone in disuso. L’ attività che si svolgeva all’interno aveva cessato la produzione. Alla fine è rimasto solo lo “scheletro“ vuoto e null’altro. Apparentemente, però. Perché come accerteranno i carabinieri, nonostante il capannone fosse in stato di abbandono, vi era un consumo di energia elettrica. Situazione che mal si conciliava con il resto. È stato proprio grazie a quell’accertamento nel 2023 che ha permesso di dare il via all’operazione di polizia a livello europeo denominata "Zamek", una organizzazione criminale composta da almeno 50 persone che trasferiva il tabacco (sequestrate 50 tonnellate) in fabbriche, come nel caso della Bergamasca, per lavorarlo. Torniamo al capannone in disuso nel comune della Bassa. Quando gli investigatori decidono di far irruzione nel capannone trovano un macchinario per la trinciatura del tabacco e uno per la confezione dei pacchetti di bionde. Tra i vari marchi, anche quelle prodotte dalla Philip Morris. Il tabacco arrivava al capannone su camion. Stesso copione anche in provincia di Milano. Anche in Polonia è stato trovata la stessa attrezzatura sequestrata nella Bassa Bergamasca. Una organizzazione criminale composta da cittadini ucraini, moldavi e rumeni contrabbandava tabacchi lavorati. Era composta da cinquanta persone: decine gli indagati.
Sequestrate fabbriche clandestine di tabacco, oltre che a Bergamo, oltre che in vari Paesi europei, nonché 50 tonnellate di tabacco che avrebbero fruttato sul mercato 13 milioni di euro. Le indagini sono state svolte da una squadra investigativa coordinata da Eurojust, a questa si è affiancata una "Operational task force" che ha visto coinvolte le forze di polizia anche di altri paesi europei. Per l’Italia le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza e dai carabinieri di Bergamo, coordinate dalla procura.