MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Bergamo, violenza alla partita di calcio giovanile: picchiato dirigente in carrozzina malato di Sla

Stefano Turchi, ex calciatore di serie B, aggredito a calci e pugni durante l'incontro tra Brusaporto e Uesse Sarnico: “Non ho potuto difendermi, sono distrutto”

Stefano Turchi, ex calciatore di serie A ora dirigente del Brusaporto

Brusaporto (Bergamo) – È successo ancora. Un’altra aggressione su un campo di calcio della Bergamasca durante una partita tra due formazioni giovanili. E questa volta ad avere la peggio è stato un ex calciatore professionista che dal 2009 è malato di Sla (fatica a deambulare e si muove su una sedia a rotelle), Stefano Turchi, 54 anni, toscano, uno degli artefici della promozione in serie A dell’Ancona nel 1991, da anni residente nella Bergamasca, in Val Calepio, nome molto noto nell'ambito del calcio provinciale orobico.

Teatro del nuovo episodio di violenza il campo dell'Albano Sant’Alessandro, dove domenica si è giocata la partita della categoria Allievi Elite under 17 tra le squadre del Brusaporto e dell'Uesse Sarnico. Al termine della quale, secondo quanto riportato nella denuncia presentata ai carabinieri, il genitore di uno dei ragazzi dell'Uesse Sarnico ha aggredito con calci e pugni Stefano Turchi, responsabile del settore giovanile agonistico del Brusaporto.

L’ex calciatore professionista ha sporto immediatamente denuncia ai carabinieri di Grumello del Monte, dopo essere stato medicato all’ospedale di Seriate a causa delle ferite riportate: un trauma cranico rilevato a seguito di una Tac.

“Così non si fa calcio - commenta amareggiato Turchi - sono distrutto moralmente. Sono anche spaventato al pensiero che una persona come me che ama il calcio e che si trova in condizioni di non potersi difendere può diventare vittima di una tragedia. Sto pensando di abbandonare tutto, di farmi indietro, nonostante tutta la mia vita sia stata dedicata al calcio. Certo, sarebbe una sconfitta per me, sia come uomo, sia come sportivo e anche come portatore di handicap. Ma se devo rischiare la vita andando a seguire una partita di calcio, non ne vale la pena”.

La partita di domenica, poi terminata 1-1, era molto sentita, le due squadre erano in vetta alla classifica a pari punti. La tensione era alta anche sugli spalti. Ad un certo punto, secondo la versione di Turchi, il genitore di uno dei giocatori dell'Uesse Sarnico si è messo a inveire contro chi era in campo. A quel punto l'ex calciatore professionista avrebbe tentato di calmarlo e questi, per tutta risposta, si è avventato contro di lui. Finito a terra, è stato colpito con calci e pugni.

A porre fine all'aggressione sono stati alcuni dirigenti del Brusaporto, che hanno assistito alla scena. L'Uessse Sarnico, la società dove milita il figlio del genitore violento, ha condannato l’aggressione: “Anche noi siamo parte lesa - dice in un comunicato - La violenza non può essere accettata”.