“Caino è chi sa ma rimane nell’ombra...”: lettera anonima lasciata dove Sharon Verzeni è stata uccisa

Terno d’Isola, in via Castegnate una lunga missiva attaccata al muretto dove la ragazza si è accasciata: “Chi sa parli”. Interrogati anche gli zii della vittima

Sharon Verzeni e la lettera anonima apparsa nel luogo dell'omicidio

Sharon Verzeni e la lettera anonima apparsa nel luogo dell'omicidio

Terno d’Isola (Bergamo), 21 agosto 2024 – Un piccolo altarino improvvisato sul muretto di cemento. Mazzi di fiori, lumini e immagini sacre, sotto il sole cocente dell’estate, ricordano quel che è successo in via Castegnate nella notte tra il 29 e il 30 luglio, quello che Terno d’Isola non dimenticherà mai e che gli investigatori stanno cercando di ricostruire dando un perché alle quattro coltellate che hanno ucciso Sharon Verzeni. Qualcuno, oltre che ricordare la vittima, ha voluto però usare questo spazio per fare un appello accorato: chi sa, parli, perché così è solo un’agonia che continua anche oltre la morte. La mano è anonima, la calligrafia femminile, il messaggio potente. 

Il punto esatto dove Sharon si è accasciata dopo essere rimasta ferita (foto De Pascale)
Il punto esatto dove Sharon si è accasciata dopo essere rimasta ferita (foto De Pascale)

“La morte è inevitabile… ma la violenza no. ‘Caino ha colpito ancora’ diceva il sacerdote nel giorno del funerale… ma Caino sta colpendo, uccidendo ogni giorno… quel coltello maledetto sta colpendo tutti… sta affondando la sua lama lentamente nei nostri cuori, creando dolore, rabbia, rimpianti…”

La comunità di Terno d’Isola è scossa, non sa darsi una spiegazione di quanto è successo alla giovane estetista, barista da due anni. Sharon, 33 anni, una ragazza senza ombre, a un passo dal matrimonio col compagno Sergio Ruocco, su cui finora non sono emersi dubbi in merito al suo coinvolgimento. Serve una svolta nelle indagini, gli interrogatori ai familiari della vittima si succedono serrati, è spuntato anche un super testimone che forse non è molto super. Ma l’anonimo della lettera insiste e fa appello a chi possa aver visto qualcosa. 

Caino è chiunque non parli, è chiunque non dica la verità. Caino è chi sa ma rimane nel silenzio, nell’ombra e fa finta di niente… 

Le parole della missiva parlano di un tempo sospeso, in paese. Di un tempo di attesa per conoscere finalmente la verità. 

Niente è come prima, nessun respiro, nessun attimo di vita. Il pensiero è fisso su Sharon e sulla parola PERCHÉ? La vita è ferma a quella notte. Nessuno può riportarcela indietro, ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. La parola PERCHÉ? è la prima parola del mattino e l’ultima della giornata. Ogni giorno è così, ogni giorno è angoscia. Non siate complici di questa brutalità. Sharon è figlia di tutti, è una parte della nostra vita. Chi SA NON VOLGA LE SPALLE, NON SI NASCONDA, MA ABBIA IL CORAGGIO DI DARE GIUSTIZIA A UNA VITA…”.

La lettera appesa sul muretto di via Castegnate
La lettera appesa sul muretto di via Castegnate

Intanto, come detto, gli interrogatori proseguono. Sono stati convocati e sentiti questo pomeriggio, per circa tre ore, al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo anche gli zii di Sharon Verzeni. Non erano mai stati sentiti in precedenza e il loro interrogatorio come persone informate sui fatti rientra nell'ambito delle indagini per ricostruire la vita privata di Sharon e far luce eventualmente su qualche ombra. Nessuno dei sentiti è stato accompagnato da un legale in quanto la formula con cui sono stati sentiti - appunto l'essere 'informati sui fatti' - non lo prevede.