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La foto postata da Roberto Calderoli su Facebook
Milano, 12 novembre 2016 - Calderoli «non fu gratuitamente crudele nell'uccisione del serpente». Lo dice il pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, nel chiedere al giudice l'archiviazione per il senatore leghista in merito all'uccisione di un rettile che l'ex ministro sorprese nell'agosto 2014 nella cucina di casa sua, a Mozzo, alle porte di Bergamo. Il senatore pubblicò su Facebook una sua foto con la lunga biscia morta e rimediò una denuncia da parte degli ambientalisti. Secondo la procura di Bergamo, però, non ricorrerebbero le condizioni previste dalla norma del codice sull'uccisione di animali, per la quale è punito «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale». All'epoca Calderoli ironizzò sull'episodio, scrivendo che il serpente era uno degli effetti della 'macumba' scatenata contro di lui dal padre dell'allora ministro Cecile Kyenge, già bersaglio polemico del vicepresidente del Senato, paragonata a un 'orango' durante un comizio a Treviglio, sempre nella Bergamasca.