Bergamo – A dieci anni dall’arresto del loro assistito e a cinque dall’autorizzazione, i legali di Massimo Bossetti potranno osservare per la prima volta i reperti del “caso” Yara. Sarà oggi, lunedì 13 maggio, alle 15, in una camera di consiglio in Corte d’Assise a Bergamo. È stata una lunga odissea fra Bergamo e la Cassazione, che a febbraio ha accordato solo la possibilità di una presa visione e non l’esame invasivo richiesto dai legali dell’uomo all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne di Brembate di Sopra.
Verranno aperti gli scatoloni che contengono le 54 provette con il Dna di “Ignoto 1” rimasto su slip e leggings della vittima e in seguito attribuito a Bossetti (il trasferimento da un frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’Ufficio corpi di reato del Tribunale di Bergamo ha acceso una diatriba tra accusa e difesa), la felpa, il giubbotto, i leggings, la biancheria, le scarpe che la piccola Gambirasio indossava quando sparì, la sera del 26 novembre 2010, per essere ritrovata senza vita, tre mesi dopo, in un campo a Chignolo d’Isola.
Bossetti parteciperà in video collegamento dal carcere di Bollate. I difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini saranno accompagnati dai consulenti Marzio Capra e Dalila Ranalletta.