VOGHERA (Pavia)
di Stefano Zanette
A poco più di tre mesi dalla tragedia di piazza Meardi, ieri pomeriggio la pioggerella caduta su Voghera non ha intimorito un centinaio abbondante di manifestanti, per il terzo presidio in ricordo di Youns El Boussetaoui. Sempre in prima fila Bahijia, la sorella del 39enne ucciso la sera dello scorso 20 luglio dal proiettile sparato dalla pistola dell’ex assessore alla Sicurezza, Massimo Adriatici.
"Assessore assassino" uno dei cori più frequenti, alternato ad "Avete liberato un assassino". Adriatici è infatti in stato di libertà dal 20 ottobre, scaduti i termini della custodia cautelare previsti dal codice penale per il reato di cui è accusato, eccesso colposo di legittima difesa.
"Ma quale legittima difesa - ripete la sorella della vittima - ha ucciso un uomo disarmato, malato, questo è evidente ed è l’unica cosa che conta, è la verità. Chiediamo giustizia: l’assassino deve finire i suoi giorni in prigione, deve pagare per quello che ha fatto". Rispetto alle due precedenti manifestazioni, quella di sabato 24 luglio appena dopo la tragedia e quella un po’ meno partecipata dello scorso 25 settembre con Adriatici ancora ai domiciliari, la differenza è proprio lo stato di libertà dell’ex assessore, che indigna la piazza. "La giustizia deve essere uguale per tutti - tuona la sorella Bahijia - mi vergogno di essere cittadina italiana se questa è la giustizia italiana. Perché è libero l’uomo che ha ucciso mio fratello?".
Ma il fronte giudiziario non è l’unico aspetto sottolineato dal presidio in memoria di Youns. C’è anche quello politico. Anche la manifestazione di ieri era infatti organizzata da Giampiero Santamaria, coordinatore di Buona Destra Voghera, ma con la partecipazione di più bandiere politiche, da Rifondazione ai Giovani comunisti, tutti accomunati non solo dalla richiesta di giustizia per Youns, ma anche dall’opposizione alla Lega della Giunta vogherese guidata dal sindaco Paola Garlaschelli. "A Voghera siamo la maggioranza silenziosa - dice Santamaria - che non si riconosce in questa amministrazione. Siamo qui oggi e ci saremo sempre, per Youns e per i vogheresi che non accettano questa situazione". E i cori contro la Lega testimoniano questo aspetto politico della protesta, con striscioni contro il razzismo che uccide.
"E’ questa Voghera? E’ questa l’Italia?", si chiede ancora Bahijia e le fanno coro tutti i presenti. "Youns non meritava di essere ucciso - prosegue la sorella - andava aiutato, non ucciso. Ma noi non ci nascondiamo, siamo qui per chiedere giustizia, perché ci dev’essere giustizia per chi uccide". "Youns è vivo e lotta insieme a noi" il grido intonato dal fronte più ‘caldo’ del presidio di ieri, mantenendo però sempre i toni della manifestazione, pur se di protesta, pacifica, con tanti manifestanti con al seguito anche bambini, in un’atmosfera mai troppo tesa. Con le forze dell’ordine schierate numerose ma a distanza, a tenere la situazione sotto controllo, con le transenne che hanno chiuso il transito e vietato la sosta in zona già da mezzogiorno. Con un po’ di curiosi che dai vicini giardini, dall’altra parte del rondò, guardano il presidio da una parte e la polizia sull’altro lato della strada.