Serata di follia alla stazione degli autobus di Clusone, in provincia di Bergamo. L'autista di un bus del gruppo Arriva è stato aggredito da un marocchino di 22 anni, dopo che aveva cercato di bloccarlo mentre il giovane si accaniva contro alcune delle vetture parcheggiate nella zona. Il conducente è finito in ospedale con il volto tumefatto e le costole fratturate. Pesante la prognosi: 40 giorni. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine il dipendente di Arriva, alla fine del turno, si è accorto del ragazzo che, dopo aver strappato il tergicristallo di un bus, stava colpendo alcune auto in sosta nelle vicinanze della stazione. Ha provato a fermarlo, ma la reazione del giovane è stata violentissima. Calci, pugni e altri colpi proibiti. All'autista, rimasto in terra, è stato anche strappato di mano il telefono cellulare.
Alcuni testimoni, dopo aver visto l'uomo accasciato al suolo, hanno chiamato i carabinieri. Sul posto si è precipitata una pattuglia, i cui militari hanno individuato e arrestato il giovane, residente in una paese dell'Alta Val Seriana, volto noto alla giustizia. L'autista è stato soccorso e portato in ospedale.
La reazione dei sindacati
Sull'accaduto sono intervenuti i sindacati, con una nota che segnala il radicamento del problema. "Abbiamo denunciato tantissime volte le aggressioni subite dai lavoratori del settore. Abbiamo indetto anche due scioperi per sensibilizzare aziende ed istituzioni, ma purtroppo nulla è cambiato - si legge nella nota firmata dai segretari generali provinciali di Filt Cgil, Marco Sala, Fit Cisl, Pasquale Salvatore e Uiltrasporti, Giacomo Ricciardi - Purtroppo davanti all'ennesimo autista massacrato da un pazzo, tra l'altro già conosciuto e segnalato alle forze dell'ordine, si è arrivati ad un punto tale che rende la situazione non più gestibile. Si ha paura ad andare a lavorare. C'è bisogno che non solo gli autisti, ma anche tutti gli altri si assumano le proprie responsabilità".
Non tutto, proseguono i sindacati, "può essere scaricato sempre sull'ultima ruota del carro. Da tempo chiediamo che i mezzi siano dotati di cabine chiuse per l'autista e di sistemi di videosorveglianza (non tutti i mezzi a Bergamo oggi ne sono dotati), ma ancora non abbiamo avuto risposte. Come queste, di proposte ne abbiamo fatte tante, ma la tendenza pare essere quella di girarsi dall'altra parte. Che molte stazioni della Bergamasca siano luoghi in cui regna l'illegalità totale è un fatto, soprattutto nelle ore notturne. Bisogna fare qualcosa, non accettiamo e non ci arrendiamo al pensiero che sia normale andare a lavoro e tornare non a casa dalla propria famiglia, ma in ospedale".