REDAZIONE BERGAMO

Corte d’Appello. Il presidente va in pensione

Claudio Castelli, magistrato dal 1979, è andato in pensione dopo aver guidato la Corte d'Appello di Brescia per 7 anni e mezzo. Durante la sua presidenza ha ridotto del 54% le pendenze penali e del 38% quelle civili. Valuterà un'eventuale carriera politica.

Corte d’Appello. Il presidente va in pensione

Per sette anni e mezzo, dal 16 aprile 2016 all’8 novembre 2023, giorno del suo settantesimo compleanno, ha guidato la Corte d’Appello di Brescia. Mai nessuno prima di lui era stato presidente così a lungo. Da mercoledì scorso Claudio Castelli (nella foto) è in pensione. Favella a raffica, passo spedito, si è fermato – solo cinque minuti – per gettare uno sguardo al passato e uno al futuro. "Da milanese ho amato questa città. Qui ho lavorato benissimo. Il distretto ha le dimensioni ideali per fare molte cose. Certo, è da sempre sottodimensionato. Mancano magistrati, ma soprattutto amministrativi, un fenomeno che per i secondi è drammatico. I bandi vanno a vuoto. La vita costa troppo rispetto agli stipendi. Se il Governo non interviene entro il 2026 quando scadranno gli Uffici del processo, chiuderemo".

Magistrato dal 1979, Castelli va fiero dei numeri. Ma non solo. "Dal 2019 registriamo un calo delle pendenze del 54% nel penale, e del 38% nel civile. Nel penale nel 2016 le cause arretrate erano 8.600, oggi duemila. Nel civile c’è ancora da fare, è un mio rimpianto non aver finito il lavoro di azzeramento delle pendenze. Ma tra il 2017 e il 2018 ci fu un’esplosione di cause legate alle richieste di protezione internazionale. Un procedimento civile dura ancora in media 349 giorni, troppo". Durante la sua presidenza, ha bussato a molte porte romane. "Bisogna farsi sentire, dal ministero, dal Csm. Il Tribunale di Brescia è il sesto per cause penali ma è fanalino di coda per gli amministrativi". Castelli è orgoglioso di avere aperto il palagiustizia alla città, con concerti, mostre, spettacoli. E ancora, di aver dato battaglia per il nuovo carcere, riportato all’attenzione delle autorità di recente. E ora? Nel futuro ci sono il direttivo della Scuola di magistratura, le collaborazioni con le università, gli studi sul Pnnr. E magari la politica: "Se me lo chiederanno, valuterò".Beatrice Raspa