Costa Volpino (Bergamo), 27 ottobre 2024 – Un costante andirivieni di amici e conoscenti accomunati da un’unica straziante domanda: “Perché?”. Méta il condominio di via Nazionale 124, a Costa Volpino, dove Sara Centelleghe, 18 anni, è stata uccisa a coltellate da Jashandeep Badhan nella notte tra venerdì e sabato.
Vicini di casa
Vittima e assassino (reo confesso) abitavano lì, nel medesimo complesso di condomini della cittadina bergamasca dove si è consumato l’ennesimo, inspiegabile omicidio che ha coinvolto due giovanissimi. I due sicuramente si conoscevano, erano per così dire amici. Li separavano pochi mesi e pochi passi: Sara avrebbe compiuto 19 anni tra pochissimo.
L’amica del cuore
“Era una bravissima ragazza, molto buona”, ricorda un’amica del cuore mentre si intrattiene nell’androne della palazzina. “Una bravissima ragazza, senza grilli per la testa: se fossi stata con lei in quel momento, avrei protetta e non le sarebbe successo nulla”.
“Le volevo un bene infinito”, continua l’amica che sembra non voler più lasciare il condominio dove si era recata tantissime volte per andare a trovare Sara. “Non era una che andava per locali – ricorda ancora l’amica - ma preferiva stare in casa a chiacchierare”.
L’assassino
Sara che ora non c’è più, strappata alla vita da quel coetaneo che abitava poco distante da lei. “Abitava lì vicino e tutti lo conoscevano. Mai però si sarebbe pensato che avrebbe fatto una cosa del genere: è sempre stato considerato tranquillo”. Perché, quindi?
Forbiciate mortali
Jashandeep Badhan, in carcere a Bergamo, ha raccontato agli inquirenti di aver bevuto e poi raggiunto l’appartamento di Sara e di essere entrato dopo aver trovato la porta aperta. Una volta dentro l’appartamento avrebbe afferrato le forbici per colpirla a morte.
Il rientro a casa
Il giovane omicida si sarebbe poi allontanato scendendo a piedi nudi i tre piani del palazzo fino al seminterrato, quindi sarebbe entrato nel cortile di casa raggiunto da una rampa di accesso. L’assassino poi si sarebbe cambiato i vestiti intrisi di sangue all’interno del garage di famiglia, che gli inquirenti hanno posto sotto sequestro. Quegli stessi carabinieri che lo hanno svegliato sabato mattina per poi portarlo in caserma dove Jashandeep Badhan ha confessato tutto. Sullo sfondo la stessa identica, straziante domanda: perché?