Bergamo, 18 gennaio 2021 - Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute ed ex direttore generale della Prevenzione, è stato in Procura a Bergamo per essere ascoltato dai magistrati che indagano sulla gestione dell'emergenza coronavirus nella Bergamasca. "Ho contribuito a fare chiarezza. Ho risposto alle domande e ho dato tutte le informazioni che erano in mio possesso", . ha dichiarato Giuseppe Ruocco, dopo oltre 6 ore in Procura.
Ruocco è stato convocato come persona informata sui fatti per chiarire, a quanto trapela, i motivi per cui il piano pandemico nazionale non era stato aggiornato. Le domande dei magistrati diretti dal procuratore Antonio Chiappani dovrebbero essere state indirizzate a chiarire la questione del piano pandemico che, secondo quanto finora ricostruito, nel 2017 non sarebbe stato aggiornato se non attraverso un'operazione di copia e incolla del documento precedente, datato 2006. Per i pm, capire se esistessero delle procedure a cui attenersi è fondamentale per definire il quadro delle accuse e ricostruire la catena delle responsabilità sulla gestione dell'ospedale di Alzano Lombardo, chiuso e riaperto nel giro di poche ore il 23 febbraio dopo la scoperta dei due primi casi di Covid.
Un filone di indagine che ha già portato a cinque indagati per epidemia colposa e falso, tra cui l'ex direttore generale della sanità lombarda Luigi Caiazzo. All'audizione è presente anche il virologo Andrea Crisanti, nominato consulente della Procura bergamasca: "La mia consulenza sarà depositata tra 40 giorni", ha detto entrando in Procura. Nei prossimi giorni sono stati convocati, sempre come testimoni, altri dirigenti del Ministero nel contesto di questa parte dell'indagine che ha fatto emergere anche la denuncia del funzionario della sede di Venezia dell'Oms, Francesco Zambon, contro il numero due dell'organizzazione, Ranieri Guerra, da lui accusato di avergli chiesto di postdatare il piano facendolo sembrare aggiornato al 2017. L'ipotesi che i magistrati potrebbero contestare in relazione a questo filone dell'inchiesta è omissione in atti d'ufficio. Al momento le contestazioni sono di epidemia colposa e falso in relazione alla chiusura e quasi immediata riapertura dell'ospedale di Alzano Lombardo dopo il riscontro dei primi casi positivi.