
Mascherine made in Bergamo, prodotte “a km 0” nella provincia più colpita dalla pandemia.
Unigasket investe mezzo milione su filiera corta e innovazione, dando vita a Unimed, la nuova divisione al servizio del settore medicale. Al varo della riconversione aziendale, nel cuore del distretto delle Guarnizioni del Sebino, erano presenti tra gli altri l’eurodeputato Massimiliano Salini e il presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia.
Il gruppo internazionale, con circa 350 addetti, specializzato nella progettazione e produzione di tubi e guarnizioni industriali in Ptfe, silicone, polimeri termoplastici ed elastomeri di ogni tipologia, è entrata nella task force di 32 aziende che hanno risposto all’appello di Confindustria Bergamo per contribuire alla produzione di mascherine ad uso sanitario, realizzate con il tessuto non tessuto (Tnt). Una sinergia che ha portato anche a nuove avventure imprenditoriali: Unimed avvierà la produzione di tubi in silicone, Fep e Ptfe per il settore medicale oltre a mascherine chirurgiche e maschere facciali di tipo Ffp2 nr a marchio CE. Il quantitativo del primo ciclo di produzione, circa 10mila mascherine, sarà donato all’Aat 118 di Bergamo, la provincia più colpita dalla pandemia.
"Abbiamo accettato l’invito di Confindustria Bergamo, ma abbiamo voluto andare oltre - spiega l’amministratore delegato, Vittorio Calissi (nella foto) – Abbiamo acquistato direttamente un impianto, giunto Oltreoceano, per produrre le mascherine chirurgiche con tessuto non tessuto proveniente dalla Val Seriana e creato un reparto produttivo di 400 mq con ambiente sterile".