FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Omicidio Roveri, niente prove dai capelli: giallo senza Dna

I capelli spezzati erano privi di bulbo quindi impossibile estrarre il Dna

Polizia scientifica in via Keplero a Bergamo

Bergamo, 25 gennaio 2017 - Sui capelli spezzati e sui peli trovati in una mano di Daniela Roveri, la manager d’azienda di 48 anni, sgozzata la sera del 20 dicembre nell’androne di casa, un condominio di via Keplero, a Colognola, non è stato possibile estrarre il Dna in quanto non idonei. In pratica, essendo capelli spezzati (tra la vittima e il suo assassino potrebbe esserci stata una colluttazione) erano privi di bulbo.

È quanto emerso dagli accertamenti genetici effettuati nel laboratorio del Gabinetto regionale della Polizia scientifica di Milano. I risultati sono arrivati ieri nel pomeriggio. Una frenata per le indagini di questo complicato omicidio, considerato che gli inquirenti, nonostante la cautela, si aspettavano ben altro responso. Alla luce anche dei prelievi salivari (ad ora oltre una trentina) cui sono stati sottoposti i vicini di casa della vittima e dei residenti nel quartiere.

Proprio pochi giorni fa sono stati sottoposti a verbale informazione anche i condomini di via Linneo, parallela a via Keplero. L’operazione dei prelievi salivari da parte della polizia era legata a un confronto con l’eventuale Dna isolato dal bulbo dei capelli, ma così non è stato. Ora ci si aggrappa al materiale biologico, poco per la verità, trovato sotto le unghie della Roveri. Materiale repertato e spedito al laboratorio scientifico del Gabinetto regionale di polizia e i risultati potrebbero arrivare settimana prossima. Nel frattempo l’indagine prosegue sentendo di nuovo le persone che hanno avuto a che fare con Daniela Roveri per trovare gli elementi che possano offrire qualche nuovo spunto investigativo, anche sulla vita di questa manager (lavorava alla Icra di S.Paolo d’Argon) irreprensibile, tutta lavoro, casa (viveva in un appartamento assieme alla mamma) e amante dei viaggi.

Nessuna relazione fissa. Oltre a sentire vicini e amici e residenti del quartiere si continuerà a cercare il telefonino della 48enne, sparito la sera dell’omicidio assieme a una sua borsa. Così come all’appello manca ancora l’arma, una lama importante con cui il killer ha colpito. Daniela forse ha provato istintivamente ad afferrarla (secondo una prima sommaria ricostruzione) e così si spiegherebbe come mai ha riportato una ferita sull’indice della mano destra.