Approda al Parlamento europeo di Bruxelles il disastro del Gleno, il crollo della diga che il 1° dicembre del 1923, in Valle di Scalve, provocò 359 vittime accertate travolte da sei milioni di metri cubi di acqua e fango che si riversarono sui paesi sottostanti, cancellandoli. La valanga d’acqua non risparmiò la confinante Valle Camonica (Brescia), causando danni ingenti e morti anche in quei centri abitati. Cent’anni dopo, ancora non sembra possibile che sia successo davvero. Proprio per mantenere vivo il ricordo di quell’incidente, anche fuori dai confini della Bergamasca, ieri e oggi una delegazione della Valle di Scalve e della Valle Camonica è a Bruxelles per presentare la storia del disastro della diga del Gleno, insieme al lavoro che le istituzioni stanno portando avanti nell’anno del centenario. "Lo scenario è d’eccezione – sottolinea Stefano Albrici, presidente del Comitato per il centenario –. Per noi si tratta di un’occasione di grande prestigio. Saremo in un luogo che ci permette di allargare i confini della nostra storia su un piano europeo. Per anni, purtroppo, si è parlato troppo poco del disastro del Gleno, con il rischio che la memoria venisse meno".
Il programma della due giorni in Belgio prevede un momento istituzionale, che si è tenuto ieri alle 18, presso la sala del Parlamento europeo, introdotto dall’europarlamentare Marco Zanni. Nella stessa sala è stata inaugurata una mostra dedicata al disastro del Gleno, che rimarrà allestita per una settimana. Oggi alle 10, invece, nella sede di Regione Lombardia a Bruxelles, è previsto un incontro durante il quale vi saranno, tra gli altri, l’intervento del docente di Sociologia dell’Università di Bergamo Lorenzo Migliorati e la presentazione del libro di Francesco Zeziola dedicato ai sopravvissuti. Michele Andreucci