GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Alunni con disabilità, è emergenza sostegno: “L’ultima docente è durata solo 15 giorni. Basta violare i diritti dei bimbi”

A Nembro la denuncia di Elena Graziani, mamma di un bambino nello spettro autistico: “A bambini come Alessandro non si può cambiare docente o educatore ogni sette giorni perché dietro c’è un lavoro prezioso quanto dispendioso, ma purtroppo poco conosciuto”

Elena Graziani, mamma di un bimbo nello spettro autistico

Elena Graziani, mamma di un bimbo nello spettro autistico

Nembro (Bergamo) – "Non si gioca con il diritto alla scuola dei nostri bambini". A dirlo, a ribadirlo, anzi ad urlarlo è Elena Graziani. Da quattro giorni a questa parte suo figlio Alessandro, bambino nello spettro autistico iscritto alla seconda elementare, non ha più l’insegnante di sostegno. La docente in servizio fino a settimana scorsa ha infatti ottenuto un incarico in un’altra provincia, a Como per l’esattezza, e in questo momento nessuno sa quando e chi prenderà il suo posto alla primaria di Nembro (in provincia di Bergamo) e nella classe di Alessandro. Quello che può apparire un disservizio temporaneo è, invece, molto di più: è al tempo stesso un danno e una beffa. E per più motivi.

Il primo: per i bambini nello spettro, esattamente come per altri bambini, è fondamentale che le figure di riferimento restino le stesse il più a lungo possibile perché occorre tempo per costruire quella conoscenza e quella relazione necessarie per l’avvio di un percorso formativo che non è mai solo didattico ma abbraccia anche altre sfere. E delicate. Proprio per questo (secondo motivo) l’insegnante di sostegno che ha appena ottenuto l’incarico in provincia di Como era stata preventivamente formata da Elena e dal marito, a loro spese, attraverso la terapista, pagata sempre dalla famiglia, che segue Alessandro. Terzo ed ultimo motivo: senza l’insegnante di sostegno, il bambino fa fatica a stare al passo con le lezioni e con i compagni, come ovvio. In questo senso si sta configurando una "discriminazione indiretta" che è semplicemente inaccettabile e alla quale bisogna trovare una soluzione al più presto.

Ad oggi Alessandro ha come supporto un’educatrice, che va a scuola dalle 8 alle 10 ore a settimana ("Ma le ore di scuola sono 36 – sottolinea Elena – e mio figlio ha diritto a frequentare come tutti gli altri") e, di nuovo, la terapista, che può entrare in classe una sola volta a settimana e deve limitarsi a fare osservazione. Da qui la rivolta di Elena: "A bambini come Alessandro non si può cambiare docente o educatore ogni sette giorni perché dietro c’è un lavoro prezioso quanto dispendioso, ma purtroppo poco conosciuto, che va dagli aspetti didattici a quelli comportamentali. L’ultima insegnante di sostegno ha fatto ben tre settimane di affiancamento con la terapista che segue mio figlio, tutto pagato da noi. Non possiamo tollerare che dopo 15 giorni la docente sia costretta a salutare. Non possiamo tollerare questa costante e totale incertezza su chi verrà al suo posto e quando. Non possiamo tollerare questa altalena continua: non si gioca con il diritto alla scuola dei nostri bambini". Messaggi rivolti all’Ufficio Scolastico Regionale, ai Comuni, ma anche al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: "Ad agosto e ad inizio settembre – ricorda Elena – ha dichiarato pubblicamente che avrebbe dato continuità al sostegno assumendo migliaia di docenti e specializzandone altrettanti: quando accadrà tutto questo? Quando ci sarà la svolta? Le famiglie dei bambini con disabilità sono stanche di annunci e promesse, è ora di passare ai fatti".