
Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali
Bergamo, 24 novembre 2020 - Da Bergamo tanti “no” e bandiere a mezz’asta per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, in programma domani. Il Comune di Bergamo, in qualità di ente capofila della rete interistituzionale degli ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine, in collaborazione con 23 tra soggetti pubblici e privati, scende in campo per costruire strategie e azioni condivise di accoglienza e sostegno alle donne. Soltanto nel 2020 sono state 602 le donne che si sono rivolte alle cinque sedi operative di Bergamo, Dalmine, Seriate, Vigano San Martino e Terno d’Isola. Trecento le telefonate giunte ai centri antiviolenza di Bergamo e Dalmine. Il dato di quest’anno conferma così il trend del 2019, che registrava circa 600 contatti. "In questi mesi di emergenza sanitaria – dichiara Silvia Dradi, coordinatrice della rete antiviolenza degli ambiti territoriali di Bergamo e Dalmine – abbiamo garantito protezione e accoglienza tempestiva a 10 donne e 12 minori che hanno chiesto aiuto".
I dati parlano chiaro ed evidenziano, durante il lockdown, un crollo allarmante delle telefonate al centro antiviolenza dell’associazione Aiuto Donna di Bergamo e un andamento progressivo ed esponenziale di casi di violenza sulle donne, dopo la serrata di marzo-aprile. Soltanto da maggio le donne hanno ricominciato a chiedere aiuto. "Durante i mesi del precedente lockdown si sono intensificati i raccordi all’interno della rete, con numeri di telefono dedicati e i servizi sociali dei diversi Comuni che hanno provveduto a fornire aiuti sempre più concreti, come i pacchi alimentari, alle donne in condizione di difficoltà economica", spiega l’assessore alle Politiche sociali, Marcella Messina. L’organizzazione di volontariato “La Svolta”, quale riferimento per gli uomini che hanno deciso di intraprendere un percorso di cambiamento rispetto ai comportamenti violenti messi in atto nelle relazioni affettive, dal 2018 ha accolto 57 persone. Ad oggi sono 20.
"Gli uomini – commenta Fabio Chiassi, presidente del gruppo “La Svolta” – difendono il loro comportamento, attraverso negazione, minimizzazione e colpevolizzazione della vittima, giustificando così il proprio modo di agire".