BERGAMO – Per l’accusa (pm Mandurino) due sono gli episodi chiave: quello del 12 dicembre 2023 e quello del 9 gennaio 2024. Entrambe le volte era un martedì. Era il giorno in cui l’imputata, V.P. 31 anni, ai domiciliari per questa causa, presente in aula, andava a lavorare come domestica-badante da una signora di 72 anni, con problemi di deambulazione. Processo per rapina, perché, secondo l’accusa, l’imputata si sarebbe procurata un ingiusto profitto consistito nel somministrare alla vittima una tisana con dosi di un farmaco “En” contenente principio attivo del “delorazepam” appartenenti alla classe delle benzodiazepine.
“Io ho sofferto di ansia e depressione – racconta la signora – il mio medico mi aveva prescritto l’En, ma siccome era troppo forte l’ho preso una volta sola. Ma il boccetto da casa mia è sparito, io non l’ho più trovato e nemmeno mia figlia”. Il farmaco provoca uno stato di torpore e di totale confusione alla vittima, e in queste occasioni l’imputata ne avrebbe approfittato per appropriarsi dei preziosi della signora (due collier d’oro, bracciali, orecchini, tra cui un regalo della mamma, anelli, la fede nuziale, catenine, tutti in oro, un tablet per un valore complessivo di circa 10 mila euro).
Gli oggetti in oro erano custoditi all’interno di un vaso di ceramica, a loro volta infilati in un sacchetto di tela e ben chiusi. Il sacchetto è stato tagliato. Si era pensato a un furto in casa, ma gli accertamenti non hanno evidenziato sulla porta d’ingresso segni di effrazione o scasso.
La vicenda aveva avuto una risonanza mediatica, tant’è che la pensionata era stata anche intervistata dalle tivù. E ieri mattina in aula davanti ai giudici ha ripercorso quei momenti. Ha spiegato di aver cercato una persona in aiuto a casa tramite un sito Facebook.
Il primo episodio chiave è del 12 dicembre 2023. La domestica arriva a casa della signora con una bottiglia che contiene una tisana. La vittima la beve e dopo un po’ viene sopraffatta dalla mancanza di forze tant’è che cade a terra. Viene portata al Pronto soccorso a Seriate e dimessa con una ischemia transitoria. Si arriva al 9 gennaio 2024. Stessa cosa, la signora beve la tisana preparata dall’imputata “aveva un sapore amaro, di topo”, ma ad un certo punto le mancano le forze, torpore, va a letto e si addormenta. Si sveglia al Pronto soccorso. Questa volta però i medici, su indicazione della figlia della vittima, fanno le analisi delle urine e scoprono tracce di benzodiazepine. Il rapporto con la domestica si interrompe. Qualche giorno dopo la signora scoprirà che erano spariti tutti i suoi gioelli e il tablet. I carabinieri scopriranno a un Compro oro che l’imputata aveva portato dei monili per venderli. Per l’accusa appartenevano alla pensionata.