Trescore (Bergamo), 2 febbraio 2019 - Eleonora Cantamessa, medico bergamasco con specializzazione in ostetricia e ginecologia, la sera dell’8 settembre 2013, a soli 44 anni, venne travolta e uccisa da un’auto lungo la strada provinciale 92, in territorio di Chiuduno, dove si era fermata per prestare soccorso a Baldev Kumar, 36 anni, giovane indiano preso a sprangate nel corso di una rissa tra clan rivali. Mentre era sul ciglio della strada e stava aiutando il ferito, una Golf con a bordo quattro persone coinvolte nella rissa tornò indietro e li travolse, uccidendoli entrambi. Al volante dell’auto c’era Vicky Vicky, indiano di 25 anni, fratello di Baldev, arrestato e condannato per duplice omicidio a 23 anni di reclusione. La tragica storia suscitò in tutto il Paese un’ondata di commozione ed Eleonora Cantamessa venne insignita di numerosi riconoscimenti ufficiali e onorificenze alla memoria, tra le quali la Medaglia d’oro.
«Questo è un premio bellissimo e importante. Perché offre la possibilità a giovani medici che coltivano questa passione di mettersi in gioco, proprio come era per mia figlia Eleonora, che credeva nella professione medica, anche dal punto di vista dei rapporti umani. Eleonora era sempre pronta ad aiutare chi ne avesse bisogno: se c’era da dare una mano non si tirava indietro». La cerimonia è appena terminata: Mariella Armati, mamma di Eleonora, la ginecologa di Trescore Balneario investita e uccisa l’8 settembre del 2013 a Chiuduno mentre soccorreva un uomo ferito in una rissa tra famiglie indiane rivali, ha partecipato con il marito Mino alla consegna di tre borse di studio di 4mila euro, destinate ai giovani medici under 40 proclamati nell’ambito del Premio “Galeno Cantamessa”, giunto alla sua quinta edizione. I premiati sono Sofia Pia Di Noia, Flavia Alberghina e Tommaso Manciulli.
La cerimonia si è svolta alla sede di Cassa Galeno, a Roma, la cassa mutua cooperativa di cui Eleonora era socia. Le destinazioni dei premiati sono India, Malawi e Congo. Il loro obiettivo: portare la salute nei paesi in cui è più difficile l’accesso alle cure. «Quella del medico è una professione particolare, diversa dalle altre – racconta al telefono, tradendo emozione, la mamma di Eleonora - Lo era anche per mia figlia. Devi avere una sensibilità particolare. Durante la premiazione, a fianco del presidente di Galeno, Aristide Missiroli, ho letto le lettere che alcune pazienti hanno dedicato a mia figlia. E che ancora oggi mi chiamano. Non solo, una di loro ha raccolto tutte queste lettere e ne ha fatto una sorta di libretto, che contiene anche foto e testimonianze di Eleonora».
Sofia Pia Di Noia, 27 anni, pugliese, è specializzanda in neuropsichiatria infantile all’Università La Sapienza di Roma e con il premio ricevuto si prepara a partire per la sua terza missione: «In Congo – dice – c’è un alto tasso di bambini abbandonati o mutilati perché disabili. Stiamo formando il personale sanitario di Casa Patrick, struttura che oggi accoglie circa cento bambini, tra i quali c’è un’elevata incidenza dell’epilessia». Anche la coetanea Flavia Alberghina, originaria di Catania e specializzanda in ortopedia a Torino, ha la valigia sempre pronta: dopo Spagna, Argentina, Perù, Etiopia e Kenya, questa sarà la volta del Malawi, dove si occuperà di deformità scheletriche in età pediatrica: «Con i fondi ricevuti farò un tirocinio di sei mesi in un centro che si occupa di prevenzione della disabilità infantile in tutto il sud-est africano». Dopo Spagna, Laos e Perù, Tommaso Manciulli, 28enne pisano dottorando in medicina sperimentale a Pavia, tornerà in India, per proseguire le ricerche sull’echinococcosi cistica:È una patologia cronica che si trasmette dagli animali all’uomo e con conseguenze socio-economiche enormi: solo in India si stima che la malattia comporti perdite pari a 130 milioni di dollari».
Oltre a loro tre, ieri sono stati premiati con una speciale menzione d’onore sette giovani medici che si sono distinti per l’originalità dei loro progetti e gli impatti in termini di tutela della salute. «La nostra missione è la protezione dei medici e, in quanto medici, siamo ben consapevoli delle difficoltà che incontrano oggi i giovani colleghi», ha sottolineato il presidente del premio, Aristide Missiroli. «Supportare i loro progetti è un modo per ribadire il diritto universale alle cure, che Eleonora ha difeso fino all’ultimo istante».