REDAZIONE BERGAMO

“Indagato per pedopornografia”, paga 117mila euro ma poi denuncia. Smantellata banda di truffatori con base nella Bergamasca

Le indagini sono partite dalla segnalazione di un cittadino italiano residente in Cina che aveva ceduto al ricatto ma, dopo mesi di minacce e vessazioni, si era reso conto dell’inganno

La banda è stata sgominata dalla polizia

La banda è stata sgominata dalla polizia

Bergamo, 17 maggio 2024 – Smantellata una banda che truffava online: con l’operazione ‘Polo Est’, la polizia ha scoperto un gruppo, con base logistica nella Bergamasca, che inviava mail citando finti atti giudiziari per reati gravissimi come la pedopornografia online, costringendo poi il malcapitato a pagare una «multa» per evitare la prosecuzione del procedimento.

Il finto atto giudiziario con cui la banda estorceva denaro
Il finto atto giudiziario con cui la banda estorceva denaro

La denuncia

Le indagini del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica, coordinato dalla Procura di Bergamo, sono iniziate dopo la segnalazione di un cittadino italiano residente in Cina. Ritenendo autentica una delle tante finte mail con logo della Polizia Postale e addirittura la firma di un funzionario di polizia (attualmente in pensione), ha ceduto al ricatto pagando la somma complessiva di 117.500 euro, spaventato soprattutto dal reato che gli veniva contestato, quello proprio della pedopornografia.  Ma, dopo mesi di minacce e vessazioni, resosi conto dell'inganno, il malcapitato ha sporto querela presso la Polizia Postale di Milano.

Le perquisizioni

Le 12 perquisizioni eseguite nei confronti di altrettanti soggetti - un italiano, un senegalese e dieci nigeriani, di età compresa tra i 25 e i 54 anni - hanno consentito di rinvenire una copiosa documentazione inerente alle movimentazioni di denaro provenienti dalla vittima, nonché quelle riferibili all'attività di riciclaggio dei proventi illeciti.

L'analisi dei dispositivi informatici, eseguita sul posto dai poliziotti della Polizia Postale milanese, ha riportato a galla anche le conversazioni tra gli appartenenti al gruppo criminale, nonché quelle con le vittime.

Comunicazioni ufficiali o notifiche atti giudiziari

La Polizia di Stato in una nota tiene a sottolineare che in nessun caso comunicazioni ufficiali e notifiche di atti giudiziari o amministrativi (come, appunto, sanzioni pecuniarie) vengono effettuate utilizzando la posta elettronica, né tantomeno mediante comunicazioni telefoniche, ancorché provenienti da numeri di telefono corrispondenti a quelli reali.

“I criminali - si legge - utilizzano infatti tecniche di spoofing che permettono di modificare a proprio piacimento l'indirizzo e-mail del mittente, così come il numero di telefono chiamante. Eventuali e-mail recanti loghi araldici della Polizia di Stato e/o di suoi reparti specialistici, da soli o associati a quelli di altre autorità, sono da ritenersi assolutamente false e, come tali, inviate con finalità fraudolente o comunque illecite”.