Bergamo - False prescrizioni mediche e truffa: arrestata farmacista di Vilminore di Scalve, in provincia di Bergamo. L'indagata, raggiunta da un'ordinanza di custodia cautelare, secondo l'accusa, avrebbe sistematicamente falsificato ricette mediche riportando su di esse costosi farmaci destinati esclusivamente a trapiantati di fegato, con spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Mediante tale sistema sarebbe riuscita ad ottenere, in poco piu' di un anno, un indebito rimborso per una cifra stimata, al momento, in oltre 800mila euro.
A dare il via all'inchiesta, che i carabinieri hanno battezzato Farmacomat, è stata la sospetta impennata delle vendite, da parte della farmacia del piccolo paese della bergamasca, di un peculiare tipo di farmaco (Zutectra il suo nome commerciale, un'immunoglobulina umana usata negli adulti sottoposti a trapianto di fegato a causa di un'infezione da epatite B per scongiurare una recidiva), distribuito al prezzo di 1.840 euro. I militari, avvalendosi della collaborazione del ServizioFarmaceutico Territoriale dell'Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo, sono presto riusciti a provare come, in soli otto mesi, la farmacia di Vilminore di Scalve avesse venduto, di quel farmaco, un numero di confezioni di ben tre volte superiore a quello di tutte le altre farmacie della provincia e che tanto avesse portato ad un aumento esponenziale del fatturato dell'esercizio. L'analisi delle relative ricette mediche ha poi posto in evidenza le manifeste alterazioni di prescrizioni, in aggiunta a quelle originariamente presenti sul documento, fino a 5 confezioni del farmaco.
Un'ispezione della farmacia, condotta dagli investigatori verso la meta' del mese di marzo, ha portato al rinvenimento di 272 confezioni di medicinali di genere ad alto costo (171 quelle di Zutectra) per un valore complessivo di 217 mila euro, tutte risultate prive dei "bollini di tracciabilita'" e sequestrate, ma non piu' utilizzabili perche' non conservate a "temperatura controllata" (una parte delle confezioni e' stata ritrovata tra i rifiuti). I carabinieri hanno anche sequestrato numerose ricette contraffatte, relative al primo trimestre dell'anno in corso, di cui l'indagata si sarebbe avvalsa per ottenere rimborsi di decine di migliaia di euro. Il pericolo che la professionista potesse reiterare i reati ed inquinare le indagini ha portato il Tribunale di Bergamo ad accogliere la richiesta della Procura e disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari nonche' il sequestro delle disponibilita' finanziarie e di beni dell'indagata per importi pari a quello del cospicuo vantaggio economico derivato dal reato di truffa in danno dell'Ente Pubblico contestato.