FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Fiera, inchiesta chiusa: sei indagati

Le accuse all’ex direttore su falsi rimborsi per 300mila euro, fatture gonfiate e biglietti omaggio per i parenti

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di Francesco Donadoni

A settembre il tribunale gli aveva sequestrato, per la confisca, 525mila euro, ma potevano essere di più. È solo uno dei capitoli che riguardano Stefano Cristini, 55 anni, ex direttore di Promoberg, il personaggio di maggior spicco nell’inchiesta che ha coinvolto l’Ente Fiera Bergamo e che ha portato, oltre un anno fa, al rinnovo del cda e all’elezione di un nuovo presidente.

Sul sequestro settimana scorsa si è pronunciato il Riesame che ha dichiarato illegittimo il ricorso della difesa. Un punto a favore dell’accusa (pm Emanuele Marchisio e Silvia Marchina) rafforzata nella battaglia sulla qualificazione del reato.

Ora l’inchiesta sulla Fiera è arrivata a conclusione. Sei gli indagati: oltre a Cristini, figurano Luigi Trigona, segretario generale di Promoberg, e Mauro Bagini, il presidente del collegio sindacale; Marco Lanfranchi, amministratore della società Area Pv Eventi con sede a Lallio; Gianfranco Sibella, titolare di una agenzia di pubblicità, e Diego Locatelli, dipendente dell’ente.

Stralciate le posizioni di Gianfranco Ceruti (ex presidente della Provincia) e Pierluigi Cocco e Ivan Rodeschini.

Venendo ai capitoli che hanno trovato riscontro nelle indagini (reati contestati, a vario titolo: peculato, favoreggiamento, appropriazione indebita), Cristini è accusato di aver fatto uscire denaro dalla Fiera (dal 2006 al ettembre 2019) attraverso falsi rimborsi autorizzati anche dal segretario generale Luigi Trigona (fino al 2015), insieme a Diego Locatelli, l’addetto alla gestione della cassa generale. In tutto 300 mila euro, che per i 12 ignari dipendenti è stato facile disconoscere: non avevano mai chiesto né ricevuto rimborsi chilometrici. Sempre secondo le indagini, l’ex direttore era attento a informarsi sui loro modelli di auto. C’è poi la parte relativa ai biglietti omaggio per il teatro Creberg. I finanzieri ne hanno spulciati 5.700, depennando quelli andanti a sponsor, soggetti istituzionali, stampa, fornitori. Hanno tenuto in considerazione quelli nominativi fatti avere ad amici e parenti di Cristini: 307 biglietti per circa 35mila euro.

Attraverso il pagamento di false spese fatturate a Promoberg, Cristini avrebbe speso 8.700 euro per le partite in casa dell’Atalanta, tra settembre 2018 e inizio 2019. Sotto la lente anche il rapporto tra Cristini e Sibella e le false spese pubblicitarie: Sibella, in accordo con l’ex direttore, si assicurava la sovrafatturazione delle prestazioni pubblicitarie eseguite a favore di Promoberg. Poi c’è il capitolo che riguarda Bagini. Per l’accusa, in qualità di presidente del collegio sindacale, avrebbe aiutato Cristini, Trigona e Locatelli a eludere l’attività investigativa.