FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Massacrato e rapinato Gaetano Calì, il fruttivendolo di Celadina

Bergamo, il commerciante preso a calci e pugni da un ragazzo che poi gli ha portato via il portafogli. “Per le strade c’è gente disperata. Non condivido, ma non li condanno”

Gaetano Calì, 62 anni

Gaetano Calì, 62 anni

Bergamo – Ha lo zigomo sinistro gonfio. Anche l’occhio è tumefatto e parzialmente coperto da un cerotto che gli nasconde la ferita. Sono i segni dell’aggressione subita sabato mattina da Gaetano Calì, 62 anni, origini siciliane, di Terno d’Isola, titolare del negozio di frutta e verdura “Siamo alla frutta2, a Celadina, quartiere alle porte della città. È stato malmenato, preso a calci e pugni e bottigliate. “Dammi i soldi o ti ammazzo, diceva mentre ero a terra”. Una brutale aggressione. L’autore alla fine è scappato portandosi via 650 euro.

Il racconto: “Saranno state le 7.30, avevo appena aperto quando un ragazzo sui 30 anni è entrato. Ha preso due birre e poi è andato via”. È tornato. “Io stavo mettendo i soldi in cassa e ha afferrato il mio portafogli”. A quel punto il commerciante ha reagito. “Gli ho sferrato tre pugni in faccia, lui ha iniziato a colpirmi a bottigliate”, alla fronte, poi alla nuca. La colluttazione “non è durata poco. È andato avanti a colpire per un minuto, minacciava di uccidermi se non gli davo i soldi”. Il commerciante ha provato a gettare il portafoglio sotto le casse di frutta, per nasconderlo, ma alla fine il ragazzo se ne è andato con 650 euro.

“E i miei documenti – sottolinea Calì -. L’ho inseguito con il mio furgoncino, ma non l’ho più trovato”. Medicato all’ ospedale di Seriate, il 62enne ha denunciato l’episodio ai carabinieri. “Hanno visto le immagini delle telecamere – spiega -, dalla descrizione che gli ho fatto per me hanno già capito chi è. Io non lo avevo mai visto prima, ricordo che aveva un tatuaggio sul collo”. Da otto anni Calì gestisce il suo negozio a Celadina. “Qualche anno fa non era così – dice – per me è tutto peggiorato. Per le strade c’è troppa gente disperata, qui a Bergamo come a Terno d’Isola come in altre città. Non condivido quello che fanno, ma non li condanno. Nelle loro condizioni, chissà, forse andrei anche io a rubare”.