Questa è la storia di un raggiro dove in ballo ci sono gioielli per un valore di poco inferiore a 82mila euro consegnati in conto vendita a una signora di 61 anni, di Treviglio, ma senza ricevere mai il pagamento. Anzi, per i 35 articoli di gioielleria il legale rappresentante di una società di commercio di preziosi (in questa vicenda il suo ruolo è stato di intermediario tra l’imputata e il produttore), avrebbe ricevuto a garanzia un assegno firmato dalla figlia della donna. Assegno che non riuscì a incassare in quanto "non pagato per difetto di provvista". L’intermediario (già citato dal produttore degli oggetti preziosi in sede civile per vedersi riconosciuto il costo dei pezzi consegnati) ha quindi denunciato la 61enne. I fatti sarebbero successi tra la fine del 2017 e il 2018. Si arriva a processo dopo il rigetto di archiviazione. Ieri mattina, nel corso dell’udienza (giudice Palermo) la presunta vittima ha ricostruito i passaggi di quanto accaduto. Ha raccontato quando e come ha conosciuto la donna. Hanno parlato anche della sua attività. In seguito, ha fatto conoscere la 61enne al produttore dei preziosi che avrebbe consegnato i gioielli. I beni che la donna avrebbe dovuto rivendere ad alcuni suoi conoscenti e saldare il conto con il produttore (a gennaio 2018). Invece, ha ricostruito la parte offesa in aula, i pagamenti che si aspettava non arrivavano. Così ha contattato più volte la donna, e preso appuntamento a casa di lei a Treviglio. Qui "mi diede un assegno a garanzia", ha detto in aula. Assegno firmato dalla figlia ma con la rassicurazione che avrebbe onorato il debito o restituito la merce. L’uomo però non vide né soldi né i preziosi. Da qui la denuncia. La prossima udienza saranno sentiti altri due testi, inoltre saranno acquisiti i messaggi intercorsi tra la vittima e l’imputata. F.D.
CronacaGioielli per 80mila euro spariti, a processo per truffa