REDAZIONE BERGAMO

Gli affreschi di Martinengo Alla (ri)scoperta del monastero delle clarisse

Costruito alla fine del ’400 diventato poi un convitto cela tesori appena restaurati

Una delle numerose bellezze storiche ed artistiche di Martinengo è certamente l’ex monastero delle Clarisse. Ed anche se oggi non è più né monastero né chiesa, restano le memorie dell’epoca quattrocentesca in cui l‘edificio fu costruito. Fu la volontà del grande condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni che aveva possedimenti a Martinengo a consentire la costruzione del monastero e dell’annessa chiesa di Santa Chiara, dove furono realizzati importanti affreschi. Gli stessi affreschi che nei giorni scorsi sono stati ufficialmente presentati a fine lavori, con tanto di visite guidate e benedizione di monsignor Vittorio Bonati.

Gli affreschi del complesso, oggi di proprietà comunale, sono molto belli ancor più dopo il prezioso restauro effettuato da Silvano Agostinelli.

La storia dell’antico luogo racconta che, dopo la decisione del celebre condottiero di far costruire il monastero e di assegnarlo alle Clarisse, il monastero rimase intatto nel suo fascino tale dal 1479 - anno di costruzione - sino al 1810 quando fu definitivamente chiuso alla realtà monastica. Dal 1821 divenne collegio convitto, poi cambiò destinazioni diverse fino a diventare sede del dopolavoro di Martinengo. Ora è stato destinato a sacrario dei Caduti conservando nella chiesa gli splendidi affreschi del Quattrocento.

Si decise di restaurarli nella giusta convinzione che sia giusto tramandare un bene artisticamente prezioso. Ricordiamo solo due degli affreschi restaurati: Deposizione dalla Croce e Annunciazione, piccoli capolavori 400centeschi riportati alla bellezza primitiva grazie all’idoneo restauro.

Amanzio Possenti