Allevamenti di visone e di altri piccoli animali utilizzati per produrre pellicce verso la chiusura definitiva. Se negli anni scorsi questa era solo una speranza di molti animalisti, per cui aveva alacremente lavorato Regione Lombardia, dalle scorse ore è una possibilità concreta.
Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana numero 54 del 4 marzo 2023, difatti, è pubblicato il Decreto 30 dicembre 2022 del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: Criteri e modalità di corresponsione dell’indennizzo, a favore dei titolari degli allevamenti di visoni, volpi, cani procione, cincillà e di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia. In totale, per tutto il territorio nazionale è stanziata in totale una somma complessiva di sei milioni di euro: tre per chi ha chiuso nel 2022 e tre per chi chiuderà nel 2023. Nel bresciano risulta attivo solo un allevamento, sito nell’entroterra morenico del Garda, che nel 2021 aveva circa 4mila animali riproduttori. Presto potrebbe serrare i battenti. Nel 2021 restava attiva una struttura nel Cremonese e tre erano in fase di chiusura e ora chiuse. Battenti serrati anche per 2 impianti della bergamasca. Al di là delle istanze portate avanti dagli animalisti, il lavoro fatto per arrivare al Decreto del dicembre non solo allinea l’Italia con molti altri stati al mondo, ma giunge anche per evitare la diffusione di zoonosi. I visoni, difatti, si sono dimostrati soggetti ad ammalarsi risultando fragili a virus non tipici. Nel 2021, per esempio, tutti gli esemplari, circa 30mila, presenti in uno degli allevamenti ora chiusi della bergamasca erano stati abbattuti a causa del contagio da Sars-Cov2. In altre nazioni, lo scorso anno, come per esempio in Spagna, è stato necessario abbattere migliaia di animaletti con l’aviaria. Non vi sono problemi, in questo momento, nell’ultimo allevamento del bresciano, che è tenuto sotto strettissimo controllo sanitario. Mi.Pra.