REDAZIONE BERGAMO

Il carcere affollato è un’emergenza. Il Quirinale risponde al garante

L'appello della garante dei detenuti di Bergamo per la situazione critica del carcere di via Gleno arriva al Presidente Mattarella, che esprime attenzione e apprezzamento per gli sforzi di recupero e integrazione. Iniziative educative e di dialogo tra carcere e territorio sono sottolineate come fondamentali.

Il carcere affollato è un’emergenza. Il Quirinale risponde al garante

Il carcere di Bergamo

È approdato sul tavolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’appello di Valentina Lanfranchi, garante dei detenuti del carcere di Bergamo, per tenere accesa la luce sulla difficile realtà penitenziaria della casa circondariale di via Gleno, dove, secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aggiornati al 23 settembre, sono recluse 575 persone per 319 posti disponibili, per un tasso d’affollamento - calcolato sulla base dei dati del ministero della Giustizia - ora al 180,3% contro il 167,4% di un anno fa. È il decimo tasso d’affollamento più alto nel complesso delle carceri italiane. Lanfranchi ha preso carta e penna e si è rivolta alcune settimane fa direttamente a Mattarella, raccogliendo quotidianamente le voci e le testimonianze di detenuti, ma anche di agenti e operatori della casa circondariale, condensandole in due pagine. E nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Quirinale, attraverso una lettera firmata da Stefano Erbani, direttore dell’Ufficio per gli Affari dell’amministrazione della giustizia, in cui si esprime la posizione del Capo dello Stato. Uno sguardo di "costante attenzione ai temi relativi alla complessità della condizione detentiva" e alle criticità segnalate dalla garante, cui va "il sentito apprezzamento del Presidente della repubblica per il costante impegno profuso in progetti finalizzati al recupero della legalità e al rispetto delle regole per una convivenza civile".

Quanto ai progetti legati al carcere, "in particolare - si legge nella parte finale della risposta - le iniziative che consentono agli studenti di apprendere le difficoltà delle condizioni carcerarie rappresentano una concreta occasione formativa e di riflessione". Nella sua lettera al Capo dello Stato Valentina Lanfranchi, oltre a descrivere l’affollamento eccessivo della casa circondariale di via Gleno ("Ogni mattina quando entro temo di sentirmi dire che c’è stato un suicidio o un’aggressione"), aveva illustrato alcune iniziative che fanno da "ponte" tra il territorio e il carcere, dal lungo impegno dell’associazione carcere e Territorio, di cui Lanfranchi è presidente onoraria, all’esperienza del Consiglio comunale dei ragazzi di Gorle che ha incontrato più volte i reclusi.

Michele Andreucci