Bottanuco, 25 agosto 2024 – Mancano pochi minuti alle sette di sera. Afa e zanzare in via Adda, a Bottanuco. Sergio Ruocco sta rientrando da una passeggiata con i genitori di Sharon, Bruno Verzeni e Maria Teresa Previtali. T-shirt viola, pantaloni corti beige, scarpe da ginnastica. È serio, composto. Accetta il dialogo.
Sergio, come va?
“Va a momenti”.
Come vive?
“Sento la sua mancanza (di Sharon, ndr), di lei che non c’è più”.
Si sente pressato dagli inquirenti?
“Non ho motivo di sentirmi pressato. Sono stato sentito. Questa settimana sono andato dai carabinieri solo per firmare dei verbali degli atti che stanno facendo”.
Bruno Verzeni, barba candida, sguardo dolce, un dolore che si indovina lacerante e una dignità infinita, conferma le ultime parole del compagno della figlia.
“Sergio!”: la mamma di Sharon, che ha preceduto tutti nel rincasare, lo invita a rientrare nella villetta che lo ospita dopo la morte della fidanzata. Una spessa cortina protettiva si richiude così, ancora una volta, alle spalle dell’idraulico trentottenne di Seriate legato a Sharon Verzeni per sedici anni, di cui tre di vita in comune in un appartamento di via Merelli a Terno d’Isola, lo stesso da cui la barista 33enne è uscita a mezzanotte del 29 luglio per vivere i suoi ultimi cinquanta minuti di vita, in via Castegnate.
Per Sergio Ruocco quella di ieri è stata la prima giornata di tranquillità dopo una settimana trascorsa a rispondere alle convocazioni dei carabinieri nel comando di via delle Valli, a Bergamo. Procedure burocratiche, è stato spiegato, firme da apporre. Niente di decisivo. Domani o martedì Sergio dovrebbe riprendere il lavoro nella ditta idraulica di Seriate dove è stato assunto quando aveva quindici anni. Nella cittadina in provincia di Bergamo vivono i genitori e i due fratelli. Sono oltre cento le persone ascoltate dai carabinieri di Bergamo dall’inizio delle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni. Le audizioni corrono tra due poli: la cerchia familiare, parentale, amicale, di lavoro della donna uccisa, da una parte, e dall’altra i residenti di via Castegnate e della zona. Sergio Ruocco è stato ascoltato per tre volte (la seconda per cinque ore). Sono state raccolte, tra le altre, le testimonianze dei genitori di Sharon, della sorella, del fratello, del cognato, degli zii, dei genitori di Sergio, della titolare del bar Vanilla di Brembate doveva le 33enne lavorava da un anno e mezzo (e aveva conosciuto Scientology), di due colleghe e di molti abitanti sulla strada di Terno d’Isola dove la 33enne è stata accoltellata a morte (una donna, tra le altre, l’ha vista barcollare e accasciarsi). Mancavano dieci minuti all’una della notte tra il 29 e il 30 luglio. Tre fendenti alla schiena e uno al torace. La giovane ha implorato aiuto e fatto una disperata telefonata al 118: “Mi ha accoltellata”. La domanda, da allora, è sempre la stessa: chi?
Non era invece Sharon Verzeni la ragazza che l’attore Fabio Delmiglio, il sosia di Johnny Depp, aveva riconosciuto in piazza a Brembate. Ieri l’altro Delmiglio era stato ascoltato dai carabinieri del comando bergamasco come persona informata sui fatti. Aveva detto: “Sharon mi aveva chiesto di pubblicizzare qualcosa”. Ieri s’è accorto d’aver preso un abbaglio: “Non l’ho mai conosciuta. Mi sono sbagliato, era un’altra donna”.