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Ambulanza investita da treno al passaggio a livello di Pontida. Il capostazione di Ambivere accusato della morte di padre e figlio

Un anno fa la tragedia nella quale morirono Umberto Pavesi, 79 anni, e il figlio Claudio. Viaggiavano sull’ambulanza che fu travolta da un treno della linea Bergamo-Lecco, al passaggio a livello di Ca Rizzi, a Pontida. Padre e figilio morirono sul colpo mentre l’autista della Croce Rossa, Rosario Drago, 50 anni di Cisano Bergamasco, rimase ferito. A un anno esatto di distanza, il pm Maria Cristina Rota ha chiuso le indagini di Rocco Sarubbi

Incidente a Pontida (De Pascale)

Bergamo, 8 novembre 2014 - Un anno fa la tragedia nella quale morirono Umberto Pavesi, 79 anni, e il figlio Claudio. Viaggiavano sull’ambulanza che fu travolta da un treno della linea Bergamo-Lecco, al passaggio a livello di Ca Rizzi, a Pontida. Padre e figilio morirono sul colpo mentre l’autista della Croce Rossa, Rosario Drago, 50 anni di Cisano Bergamasco, rimase ferito. A un anno esatto di distanza, il pm Maria Cristina Rota ha chiuso le indagini.

L’unico indagato è il capostazione Aurelio Carminati, di Ambivere: era nella cabina di lavoro da cui era stato premuto il pulsante per il sollevamento delle sbarre al passaggio a livello. I reati a lui contestati sono disastro ferroviario e omicidio plurimo colposi. Ora l’uomo, difeso dall’avvocato Paola Landriani, ha 20 giorni a disposizione per farsi interrogare o presentare una memoria difensiva. Poi il pm, salvo colpi di scena, chiederà il processo.

L’incidente si era verificato alle 9.40. Umberto Pavesi, ex barbiere di Filago, e il figlio Claudio, di Bracca, quadro della Popolare di Bergamo, erano sull’ambulanza diretta alla casa di cura Villa San Mauro, a Pontida, per una visita. La Croce Rossa era ferma al passaggio a livello di Ca Rizzi, prima di una lunga fila. Quando si sono alzate le sbarre, il conducente si è avviato, ma in quell’istante è giunto il locale 5036 partito da Bergamo e diretto a Lecco.

L’impatto è stato devastante: nonostante il macchinista avesse azionato i freni a mano, la motrice aveva centrato l’ambulanza, trascinata per una trentina di metri. Tragedia nella tragedia: dietro, su due auto diverse, c’erano la moglie di Claudio Pavesi, Iva Mincheva, e il fratello Gianluca che hanno assistito impotenti alla terribile scena. Gli inquirenti avevano ipotizzato che all’orgine del disastro ci potesse essere un errore umano. Il tasto presente alla stazione di Ambivere, che consente la “liberazione manuale del passaggio a livello”, era stato spiombato, utilizzato e poi ripiombato, come da procedura. Il capostazione aveva sostenuto di aver compiuto l’operazione prima delle 9.40, ma per il pm non fu così. Rocco Sarubbi